Consiglio Direttivo
Presidente
MAURO STEFANINI
Galleria Open Art
Viale della Repubblica 24 – 59100 Prato
t. 0574.538003
f. 0574.537808
Vice Presidenti
PAOLA VERRENGIA
Galleria Paola Verrengia
Via Fieravecchia 34 – 84122 Salerno
t. 089.241925
f. 089.241925
GIOVANNI BONELLI
Galleria Giovanni Bonelli
Via Luigi Porro Lambertenghi 6 – 20159 Milano
t. 02.87246945
Consiglieri
AMBRA GAUDENZI
Galleria d’Arte Il Vicolo
Salita Pollaiuoli 37/r – 16123 Genova
t. 010.2467717
f. 010.2468909
MARCO NICCOLI
Galleria d’Arte Niccoli
Borgo Bruno Longhi 6 – 43121 Parma
t. 0521.282669
f. 0521.230338
ANDREA SIRIO ORTOLANI
Osart Gallery
Corso Plebisciti 12 – 20129 Milano
t. 02.5513826
GIANGALEAZZO VISCONTI DI MODRONE
Studio Giangaleazzo Visconti
Corso Monforte 23 – 20122 Milano
02.795251
02.76023238
Delegati territoriali
PAOLA FORNI
Emilia-Romagna
Galleria Forni
Bologna
051.231589
ANTONIO ADDAMIANO
Lombardia
Dep Art Gallery
Milano
02.36535620
GIUSEPPE FILIPPO BIASUTTI
Piemonte e Liguria
Galleria Biasutti & Biasutti
Arte Moderna e Contemporanea
Torino
011.8173511 - 8158818
011.8158818
ALFONSO ARTIACO
Roma e Centro Sud
Galleria Alfonso Artiaco
Napoli
081. 4976072
081.19360164
ANDREA ALIBRANDI
Toscana
Galleria Il Ponte
Firenze
055.240617
055.240617
GIORDANO RAFFAELLI
Triveneto
Studio d'Arte Raffaelli
Trento
0461.982595
Statuto sociale
Statuto sociale
(approvato dall’Assemblea Straordinaria del 28 maggio 2018)
Art.1 Costituzione
È costituita tra le Gallerie e le Associazioni culturali che operano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che esercitano l’attività di esposizione, promozione e/o vendita al pubblico di opere d'arte da collocarsi nell’ambito suddetto, l'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna Contemporanea (in forma abbreviata: A.N.G.A.M.C.), al fine di garantire la rappresentanza unitaria della categoria.
Condizione essenziale per conseguire e/o conservare il rapporto associativo è l’effettivo svolgimento dell’attività di esposizione, promozione e/o vendita al pubblico di opere d'arte moderna e contemporanea.
La Sede dell'A.N.G.A.M.C. è in Milano.
L’organo amministrativo è competente a decidere il trasferimento della sede sociale all’interno del territorio comunale.
In relazione ai propri fini istituzionali, l'A.N.G.A.M.C. può aderire ad enti od organizzazioni di carattere nazionale, comunitario o internazionale.
L'A.N.G.A.M.C. è apolitica e non ha fini di lucro; la sua durata è illimitata.
L'A.N.G.A.M.C. in campo internazionale riconosce le regole di comportamento elaborate dalla F.E.A.G.A. (Federation of European Art Galleries Associations) e le estende ai suoi associati, i quali sono tenuti ad osservare, in ambito nazionale ed internazionale, tali linee direttrici unitarie per la tutela della serietà del loro lavoro nel settore dell'arte moderna e contemporanea.
Art.2 Scopi
L'A.N.G.A.M.C. ha lo scopo di rappresentare e tutelare, in tutte le sedi, gli interessi morali, economici, sociali e culturali di categoria. A tali fini l'Associazione:
appresta servizi di interesse comune agli associati;
esamina e pone allo studio i problemi della categoria, promuovendone la soluzione presso le autorità e nelle sedi competenti in campo normativo, fiscale e contributivo.
esamina, studia e tratta le questioni sottoposte dagli associati ed inerenti ai loro rapporti commerciali ed economici con terzi;
designa e/o nomina propri rappresentanti o delegati in consessi, enti, organismi pubblici e privati promuovendone l'inserimento ogni qualvolta la rappresentanza degli interessi del settore sia richiesta o voluta;
favorisce il regolamento amichevole di conflitti che dovessero sorgere tra gli associati e a questo scopo designa gli esperti e gli arbitri;
favorisce la promozione, la diffusione e la protezione del collezionismo pubblico e privato con ogni annessa attività editoriale;
espleta ogni altro compito che dalle leggi o dai deliberata degli organi sociali sia direttamente ad essa affidato.
Art.3 Soci
Aderiscono, con l'iscrizione all'A.N.G.A.M.C., le Gallerie e le Associazioni culturali di cui all'art.1 che, munite delle autorizzazioni previste dalla vigente legislazione, esercitano nel settore specifico la propria attività in locali regolarmente aperti al pubblico per l’esposizione, la promozione e/o la vendita di opere d’arte moderna e contemporanea.
Non è consentita l’iscrizione alle case d’asta e alle organizzazioni di televendita.
La domanda di iscrizione all'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, corredata dalla documentazione dell'attività svolta negli ultimi dodici mesi, deve essere sottoscritta da due associati, che si rendono garanti dell'onorabilità e della professionalità del candidato.
Il Consiglio direttivo esamina e delibera sulle domande di iscrizione all'Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e provvede ad istruire un controllo formale per appurare se quanto in essa scritto corrisponde a verità. Inoltre, prima dell'iscrizione definitiva del candidato nel libro degli associati, può richiedere un incontro con lo stesso e/o una relazione scritta da parte degli associati che lo hanno presentato.
Il candidato, la cui domanda d’iscrizione all’Associazione risultasse respinta dal Consiglio direttivo, può ripresentarla solo dopo dodici mesi dalla data del precedente esame da parte del Consiglio stesso.
La domanda di iscrizione presuppone la piena conoscenza ed implica l'incondizionata accettazione delle norme del presente Statuto.
Gli aderenti si impegnano altresì all'osservanza delle deliberazioni e degli impegni legittimamente presi dagli Organi sociali. Tale obbligo non viene meno anche quando si tratti di deliberazioni o impegni intesi a regolare in modo uniforme rapporti di carattere strettamente economico. Gli associati devono inoltre astenersi da ogni iniziativa in contrasto con l'azione intrapresa dagli Organi sociali per la tutela degli interessi comuni.
L'associato non può far parte di associazioni, enti, organi collegiali di istituzioni pubbliche o private le cui finalità siano in contrasto con le indicazioni contenute nel presente Statuto. Parimenti l'associato non può prendere iniziative pubbliche, tali da ledere il prestigio degli altri associati oppure dell'Associazione stessa. Se un associato che ricopre cariche sociali viene invitato a far parte, anche a titolo personale, di associazioni, enti, organi collegiali di istituzioni pubbliche o private le cui finalità potrebbero essere motivo di contrasto con i fini dell'Associazione, deve darne immediata comunicazione al Consiglio direttivo e riaverne l'eventuale approvazione o l'invito a rinunciare a tale incarico.
La determinazione del contributo associativo annuo è demandata all'Assemblea ordinaria che delibera al riguardo su proposta del Consiglio direttivo, ma quest'ultimo, in caso di necessità, può direttamente deliberare in materia, fatta salva la ratifica da parte dell'Assemblea ordinaria, alla sua prima riunione successiva alla delibera stessa.
L'associato è tenuto al puntuale pagamento dei contributi sociali entro il primo bimestre dell'anno. La morosità protratta per oltre due mesi comporta la risoluzione del rapporto associativo secondo quanto infra specificato.
L'associato potrà esercitare i suoi diritti soltanto se si troverà perfettamente in regola con il pagamento delle quote associative.
Non possono essere associati: gli interdetti, gli inabili ed i colpiti da condanna penale passata in giudicato per delitti comuni che non abbiano ottenuto la riabilitazione.
Il rapporto associativo sarà risolto di diritto nei confronti di:
- chi cessa o cede ad altri l'attività della Galleria o Associazione culturale;
- dell'associato dichiarato fallito, interdetto o inabilitato;
- colui nei confronti del quale il Collegio dei probiviri avrà pronunciato la radiazione.
- chi ometta di effettuare il pagamento dei contributi sociali entro il termine del quarto mese dall'inizio dell'esercizio;
- chi abbia perduto, o comunque non possieda, il requisito che condiziona il rapporto associativo in conformità all’art.1.
La risoluzione del rapporto associativo verrà dichiarata secondo quanto previsto dal successivo Art. 9.
La risoluzione del rapporto associativo in capo ad uno o più soggetti non comporta lo scioglimento dell'Associazione, che continua ad esistere fra gli altri associati.
I soci possono recedere in qualsiasi momento dall’Associazione; il socio che intenda recedere deve darne comunicazione scritta al Consiglio direttivo con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Il recesso ha effetto con lo scadere dell’anno in corso, purché la comunicazione sia fatta almeno tre mesi prima.
I membri receduti, quelli per i quali si sia verificata una causa di risoluzione del rapporto associativo e gli eredi ed i rappresentanti dei membri deceduti sono comunque tenuti al pagamento delle quote associative anche in relazione all'anno in corso al momento in cui si sia verificato lo scioglimento del rapporto associativo.
Nessun diritto, anche patrimoniale, compete al socio receduto o escluso o agli eredi del socio defunto.
Le quote o i contributi associativi sono intrasmissibili e non rivalutabili.
In nessun caso, e quindi nemmeno in caso di scioglimento dell'associazione né in caso di estinzione, di recesso o di esclusione dalla stessa, può farsi luogo alla ripetizione di quanto versato.
Art.4 Ordinamento
Sono organi dell'Associazione:
- l’Assemblea dei soci;
- il Consiglio direttivo;
- il Comitato esecutivo;
- il Presidente;
- il Collegio dei probiviri;
- il Collegio dei revisori;
- la Commissione peritale.
Art.5 Assemblee
L'Assemblea è costituita dai soci in regola con il pagamento dei contributi associativi.
L'Assemblea è convocata o dal Presidente o dal Consiglio direttivo o a richiesta di almeno un quinto degli associati.
Ogni associato può farsi rappresentare, mediante delega scritta, da altro socio in regola con il pagamento delle quote associative, o da un collaboratore presente nel proprio organico come risultante sulla base di apposita dichiarazione rilasciata dal socio nella stessa delega.
Ogni socio non può avere più di due deleghe.
La convocazione deve avvenire mediante lettera raccomandata, telegramma, telefax o tramite posta elettronica, da inviarsi a ciascun associato almeno dieci giorni prima dell’adunanza o, in caso di urgenza, da inviarsi con gli stessi mezzi almeno cinque giorni prima.
L'avviso di convocazione deve contenere l'ordine del giorno, l'indicazione del giorno e dell'ora dell'adunanza in prima e in seconda convocazione.
Gli argomenti da porre all'ordine del giorno sono indicati dall'Organo che delibera la convocazione o da chi ne fa richiesta. Le deliberazioni liberamente assunte in Assemblea vincolano tutti gli associati, anche se assenti o dissenzienti.
L'Assemblea delibera col voto palese. Per le deliberazioni concernenti persone o per le elezioni delle cariche sociali l'Assemblea delibera a scrutinio segreto.
In caso di parità di voti, prevale il voto del Presidente dell'Assemblea, salvo che la votazione sia avvenuta per scrutinio segreto, nel qual caso le deliberazioni si intendono respinte.
L'Assemblea è presieduta dal Presidente dell'Associazione, salvo diversa decisione dell'Assemblea stessa. Il Presidente può essere coadiuvato da due scrutatori eletti dall'Assemblea.
Funge da Segretario il Segretario dell'Associazione.
Le Assemblee sono ordinarie o straordinarie.
L’Assemblea ordinaria è valida: in prima convocazione quando sia presente o rappresentata la maggioranza degli associati; in seconda convocazione qualunque sia il numero dei soci presenti o rappresentati.
Essa, sia in prima sia in seconda convocazione, delibera col voto favorevole della maggioranza degli associati presenti o rappresentati.
Spetta all'Assemblea ordinaria:
- deliberare sulla relazione del Presidente;
- deliberare sul bilancio preventivo e sul bilancio consuntivo dell’Associazione;
stabilire i criteri generali ai quali l'Associazione dovrà ispirare la sua attività in merito ai problemi che interessano la categoria; - eleggere, ogni quattro anni, i componenti del Consiglio direttivo, del Collegio dei revisori e del Collegio dei probiviri le cui candidature dovranno inderogabilmente essere presentate per iscritto presso la Sede dell'Associazione almeno 30 giorni prima di quello fissato per la relativa Assemblea;
- deliberare sulla misura dei contributi associativi dell'anno corrente e/o degli anni a venire;
- deliberare su ogni altro argomento demandato all'Assemblea ordinaria dalla legge, dallo Statuto o posto all'ordine del giorno.
L’Assemblea ordinaria delibera:
- entro il 31 maggio di ogni anno sul bilancio preventivo e sul bilancio consuntivo dell’Associazione;
- nel caso di cessazione dell’intero Consiglio direttivo, sul rinnovo del Consiglio stesso, entro 90 giorni dalla data di avvenuta cessazione.
L'Assemblea straordinaria delibera su tutti gli argomenti che comportano modifiche allo Statuto e sullo scioglimento dell'Associazione.
L'Assemblea straordinaria è valida: in prima convocazione quando sia presente o rappresentata almeno la metà più uno degli associati; in seconda convocazione quando sia presente o rappresentato almeno il 30% degli associati e delibera, sia in prima che in seconda convocazione, col voto favorevole della maggioranza degli associati presenti o rappresentati.
Per lo scioglimento dell'Associazione l'Assemblea straordinaria delibera con la presenza e il voto favorevole di almeno i due terzi degli associati.
Art.6 Consiglio direttivo
Il Consiglio direttivo è composto da sette membri eletti dall’Assemblea dei soci, e dai Delegati territoriali, che sono membri di diritto secondo le modalità stabilite all’Art.14.
Il Consiglio direttivo può cooptare, tra gli associati, da uno a tre Consiglieri, che dureranno in carica fino alla scadenza del Consiglio.
Possono essere eletti Consiglieri solo gli associati in regola con il pagamento dei contributi associativi.
Gli associati eletti durano in carica quattro anni e sono rieleggibili.
Ciascun candidato aspirante Consigliere dovrà presentare, a mezzo raccomandata A.R., alla segreteria dell’Associazione, almeno 30 giorni prima di quello fissato per l’Assemblea, la propria candidatura.
La segreteria provvede a comunicare agli associati mediante lettera raccomandata, telegramma, telefax o tramite posta elettronica, con almeno 45 giorni di anticipo, la data di convocazione dell’Assemblea per l’elezione delle cariche, al fine di consentire agli associati di presentare la propria candidatura in tempo utile. L’elenco dei nominativi degli associati che hanno presentato la propria candidatura deve essere allegato alla convocazione dell’Assemblea elettiva, effettuata nei termini e con le modalità di cui all’art.5.
In sede di Assemblea ogni socio ha diritto ad esprimere fino a sette preferenze.
Risulteranno eletti i sette candidati che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze. In caso di parità di preferenze tra due o più candidati, si intende eletto in primo luogo il più anziano di età; i restanti candidati occuperanno gli eventuali posti residui in ordine decrescente di età.
In caso di mancata copertura dei sette posti a disposizione, il Consiglio direttivo in carica dovrà provvedere a convocare entro due mesi una nuova Assemblea per la copertura dei posti rimasti vacanti. Si adotteranno le medesime modalità procedurali previste nei precedenti paragrafi del presente articolo.
In caso di dimissioni di uno o più Consiglieri, il Consiglio direttivo provvederà alla loro sostituzione nominando i nuovi membri a partire dal primo degli associati non eletti.
Se viene a cessare l’intero Consiglio direttivo, il Presidente o, in sua mancanza, il Vice Presidente più anziano, provvederà a convocare tempestivamente l’Assemblea dei soci per la nomina del nuovo Consiglio direttivo, eseguendo nel frattempo gli atti di ordinaria amministrazione.
La cessazione degli amministratori per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il nuovo organo amministrativo è stato ricostituito.
Il Consiglio direttivo elegge al suo interno il Presidente e due Vice Presidenti.
È compito del Consiglio direttivo curare l'attuazione delle deliberazioni dell'Assemblea degli associati e di ogni altro provvedimento inteso al raggiungimento degli scopi sociali nell'interesse della categoria.
Specificatamente il Consiglio direttivo:
- elabora le direttive generali cui deve ispirarsi l'azione dell'Associazione;
- delibera sulle domande di iscrizione di sua competenza;
- esprime parere consultivo sui progetti e collaborazioni intraprese dalle Delegazioni territoriali, nel loro ambito, con istituzioni pubbliche e/o private e con Gallerie e/o Associazioni culturali; inoltre il Consiglio direttivo esamina, per prendere gli opportuni provvedimenti, i progetti e le iniziative delle Delegazioni suddette qualora contrastino con le finalità perseguite dall’Associazione;
- nomina la Commissione peritale, della quale stabilisce altresì il regolamento;
- compie ogni atto di amministrazione e di gestione dell'Associazione senza alcuna limitazione di poteri.
Il Consiglio direttivo è convocato dal Presidente almeno una volta all'anno, oppure ogniqualvolta lo ritenga necessario e tutte le volte che lo richiedano almeno un terzo dei componenti.
L’avviso di convocazione, contenente l’ordine del giorno e l'indicazione del giorno e dell'ora della riunione, deve essere inviato mediante lettera raccomandata, telegramma, telefax o tramite posta elettronica agli interessati almeno dieci giorni prima di quello fissato per la riunione.
In caso di urgenza è ammessa la convocazione con gli stessi mezzi con preavviso di almeno 48 ore.
Il Consiglio Direttivo è regolarmente costituito in forma totalitaria, anche se non convocato, quando ad esso partecipano tutti gli amministratori.
Le deliberazioni del Consiglio sono prese a maggioranza e sono valide se adottate con la presenza della maggioranza dei componenti in carica.
È espressamente consentito che le adunanze del Consiglio Direttivo si tengano mediante audio e video conferenza, a condizione che tutti i presenti possano essere identificati, possano seguire la discussione e intervenire in tempo reale alla discussione sui punti all’ordine del giorno, e con la precisazione che siano indicati nell’avviso di convocazione (salvo che si tratti di adunanza totalitaria in accordo al punto precedente) i luoghi audio e/o video collegati a cura dell’Associazione nei quali gli intervenuti potranno affluire.
Verificatisi i suddetti requisiti, l’adunanza del Consiglio Direttivo si considera tenuta nel luogo in cui si trova il Presidente e dove deve trovarsi il segretario dell’adunanza, onde consentire la stesura e la sottoscrizione del relativo verbale.
Le decisioni del Consiglio Direttivo possono essere adottate anche mediante consultazione scritta, ovvero sulla base del consenso espresso per iscritto.
La procedura di consultazione scritta, o di acquisizione del consenso espresso per iscritto non è soggetta a particolari vincoli purché sia assicurato a ciascun amministratore il diritto di partecipare alla decisione e sia assicurata a tutti gli aventi diritto adeguata informazione.
La decisione è adottata mediante approvazione per iscritto di un unico documento ovvero di più documenti che contengano il medesimo testo di decisione da parte della maggioranza degli amministratori.
Il procedimento deve concludersi entro 7 (sette) giorni dal suo inizio o nel diverso termine indicato nel testo della decisione.
Salvo il caso di votazione di cui al comma seguente, a parità di voti prevale la deliberazione votata dal Presidente.
La votazione per la nomina del Presidente, dei due Vice Presidenti e del Tesoriere deve essere fatta a scrutinio segreto.
Art.7 Presidente
Il Presidente rappresenta l'Associazione di fronte ai terzi e in giudizio, in ogni stato e grado del procedimento, con facoltà di nominare avvocati, procuratori e, all'occorrenza, arbitri e ne ha la firma che può delegare a terzi. Pertanto può nominare procuratori speciali per singoli atti o categorie di atti.
Il Presidente compie gli atti relativi all'attuazione delle deliberazioni del Consiglio direttivo.
Nei casi di urgenza assume le iniziative necessarie sostituendosi al Consiglio direttivo, cui riferisce in occasione della prima riunione per la ratifica del suo operato.
Nei casi di assenza o di impedimento, è sostituito, nell'esercizio delle sue funzioni, dal Vice Presidente più anziano.
L'incarico di Presidente non può essere ricoperto per più di tre mandati consecutivi.
La carica di Presidente dell’Associazione è incompatibile con la carica di Delegato territoriale.
Art.8 Collegio dei probiviri
Il Collegio dei probiviri viene eletto dall'Assemblea ordinaria e convocato dal Consiglio direttivo o dal Presidente, ogni qualvolta lo ritenga necessario.
Esso è presieduto da un avvocato ed è formato dal Presidente dell'Associazione in qualità di relatore e da tre associati che esercitino in via continuativa da almeno dieci anni e che siano di specchiata moralità.
È compito del Collegio dei probiviri intervenire allo scopo di reprimere gravi infrazioni, abusi, scorrettezze, violazioni del codice di deontologia dell'Associazione o turbativa elettorale, e di comporre vertenze tra associati, delle quali sia venuto a conoscenza a seguito di segnalazione del Consiglio direttivo.
Il Collegio delibera con le modalità di cui ai commi che seguono, applicando le relative sanzioni. Almeno 5 giorni prima di quello previsto per la riunione del Collegio dei probiviri l’associato dovrà essere convocato con raccomandata A.R. e lo stesso dovrà essere ascoltato nel corso di tale riunione consentendogli l'eventuale produzione di una difesa scritta. I provvedimenti del Collegio dei probiviri vengono deliberati a maggioranza assoluta dei componenti dell'organo, devono essere redatti in forma scritta e brevemente motivati.
Le sanzioni previste sono:
- l'avvertimento;
- la sospensione per tempo determinato;
- la radiazione.
La radiazione può essere pronunziata per motivi particolarmente gravi e così in via esemplificativa ma non tassativa:
- per pregiudizio comunque arrecato agli interessi dell'Associazione o della categoria;
- per gravi violazioni del codice di deontologia dell'Associazione;
- in caso di fallimento o condanna dell'associato con sentenza passata in giudicato per reati societari, per reati contro il patrimonio, contro la fede pubblica, salva l'applicazione, secondo prudente valutazione del Collegio, di una sospensione temporanea dell'associato.
Il Collegio dei probiviri, verificata l'esistenza di una circostanza che legittima la risoluzione del rapporto associativo in capo ad un associato, è competente a pronunziare la deliberazione declaratoria di detta risoluzione ed a notificarla all'associato. L'associato può ricorrere all'autorità giudiziaria entro sei mesi dal giorno in cui gli è stata notificata la deliberazione.
Art.9 Collegio dei revisori
Il Collegio dei revisori si compone di tre membri: due effettivi e uno supplente nominati dall'Assemblea anche fra i non soci. Il Collegio assolve funzioni ispettive sulla gestione amministrativa dell'Associazione e ne riferisce all'Assemblea in sede di convocazione ordinaria.
Nomina nel proprio seno il Presidente che deve essere scelto fra i membri effettivi.
Art.10 Commissione peritale
La Commissione peritale viene istituita dal Consiglio direttivo secondo quanto disposto dall'Art.6 del presente Statuto. È composta da tre membri, oltre i consulenti che di volta in volta vengono nominati dal Consiglio direttivo, tutti scelti fra coloro che hanno dimostrato spiccate attitudini e capacità di giudicare sull'autenticità delle opere di artisti indicati in un apposito elenco elaborato dal Consiglio direttivo.
La Commissione peritale resta in carica quattro anni e viene rinnovata contestualmente al rinnovo del Consiglio direttivo. Il regolamento di attuazione della Commissione peritale viene elaborato e votato dal Consiglio direttivo. Le eventuali modifiche allo stesso regolamento possono essere effettuate dal Consiglio direttivo, dopo una riunione allargata alla Commissione stessa. Alla Commissione peritale possono far ricorso sia le Gallerie o Associazioni culturali associate in regola con il pagamento delle quote associative che terzi estranei all'Associazione stessa.
La Commissione peritale è convocata e presieduta dal Presidente, il quale, pur non avendo diritto al voto, controlla la liceità dei lavori, ne stabilisce l'iter, vigila sulla stretta osservanza del regolamento. È anche delegato alla firma delle perizie che può rifiutare di apporre nel caso verificasse una irregolarità dei lavori della Commissione.
I corrispettivi percepiti per l'esame peritale verranno destinati a compensare le spese sostenute dalla Commissione ed eventuali eccedenze verranno destinate ad integrare le fonti economiche dell'Associazione, strumentali al raggiungimento degli scopi dell'Associazione stessa indicati nel presente Statuto.
Art.11 Segretario e Tesoriere
La funzione di Segretario è affidata a persona designata dal Consiglio direttivo. Gli emolumenti del Segretario vengono determinati dal Consiglio.
Il Segretario partecipa ai lavori delle Assemblee e del Consiglio direttivo, nonché del Comitato esecutivo, con compiti consultivi. Egli mantiene i rapporti con gli associati e dà esecuzione alle deliberazioni del Consiglio direttivo e del Comitato esecutivo, in conformità alle istruzioni impartite.
La funzione di Tesoriere è affidata a persona designata dal Consiglio direttivo, esterna al Consiglio stesso e scelta tra gli associati. Al Tesoriere non spettano emolumenti. All'atto della nomina il Consiglio direttivo determina le funzioni del Tesoriere attribuendogli i relativi poteri.
Il Tesoriere partecipa ai lavori del Consiglio direttivo, con compiti consultivi e senza diritto di voto.
Art.12 Cariche sociali
Il Consiglio direttivo dura in carica quattro anni dalla data della sua elezione.
Con la cessazione del Consiglio direttivo cessa anche il Presidente.
Il Consigliere che per tre sedute consecutive risulta assente ingiustificato decade dalla carica.
Il Collegio dei probiviri dura in carica quattro anni dalla data della sua elezione.
Il Collegio dei revisori dura in carica quattro anni dalla data della sua elezione.
Tutte le cariche dell'Associazione non sono retribuite.
L'erogazione di somme a copertura delle spese sostenute dagli associati che ricoprono cariche sociali deve essere preventivamente autorizzata e successivamente approvata dal Consiglio direttivo.
Non sono eleggibili alle cariche sociali i soci che abbiano subito provvedimenti disciplinari di cui all'Art.8.
Art.13 Patrimonio - Amministrazione - Bilanci
Il fondo comune sociale è formato:
- dai beni mobili e immobili e valori che a qualsiasi titolo vengano in legittimo possesso dell'Associazione;
- dalle somme acquisite al patrimonio a qualsiasi scopo.
Le entrate dell'Associazione sono costituite:
- dall'ammontare dei contributi ad esso spettanti;
- dall'ammontare di quanto fatturato dall'Associazione per il lavoro svolto dalla Commissione peritale;
- dalle somme incassate per atti di liberalità e per qualsiasi altro titolo.
All'inizio di ogni esercizio sociale dovrà essere presentato al Consiglio direttivo, a cura del Presidente dell'Associazione, l'inventario del patrimonio regolarmente aggiornato.
Di ogni variazione patrimoniale, a qualsiasi causa dovuta, il Consiglio direttivo dovrà essere immediatamente informato alla prima riunione. L'esercizio sociale ha inizio il 1° Gennaio e termina il 31 Dicembre di ogni anno.
Entro il 31 maggio di ciascun anno il Consiglio Direttivo predispone il bilancio economico e finanziario consuntivo, dal quale devono risultare i beni, i contributi o Ì lasciti ricevuti e le altre entrate e spese, da sottoporre all'approvazione dell'assemblea.
Durante la vita dell'associazione è fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi dì gestione nonché fondi, riserve o capitale, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge.
L'associazione ha l'obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse.
In caso di scioglimento dell'Associazione o comunque di sua cessazione per qualsiasi causa, l'Assemblea provvederà alla nomina del/dei liquidatori, determinandone i poteri.
I soci non hanno alcun diritto al rimborso dei contributi versati né vantano alcun diritto sul patrimonio dell'ente.
È fatto obbligo di devolvere il patrimonio della Associazione, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalità analoghe, sentito l'organismo di controllo di cui all'articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996 numero 662, salvo diversa destinazione imposta dalla legge.
Art.14 Delegati territoriali
Con delibera del Consiglio direttivo, l'Associazione può prevedere l'istituzione di Delegati territoriali.
In ciascuna zona territoriale predeterminata dal presente Statuto, il Delegato territoriale viene nominato dagli associati di ogni zona territoriale composta da almeno 12 soci, secondo le modalità dagli stessi stabilite. Con analoga procedura verrà determinata la sede di ogni Delegazione.
I Delegati così nominati durano in carica quattro anni.
Ciascuna Delegazione territoriale sarà rappresentata all’interno del Consiglio direttivo dal proprio Delegato.
Le zone territoriali sono attualmente sei e precisamente le seguenti:
- Lombardia,
- Emilia Romagna e Marche,
- Lazio e zona territoriale centro-meridionale
- Piemonte e Liguria,
- Toscana,
- Triveneto.
I Delegati territoriali hanno la rappresentanza dell'A.N.G.A.M.C., ciascuno nel proprio territorio, con possibilità di iniziativa circa progetti e collaborazioni con istituzioni pubbliche e/o private e con Gallerie o Associazioni culturali del proprio territorio.
I Delegati territoriali non avranno alcun potere di amministrazione e in particolare non potranno in alcun modo assumere obbligazioni che impegnino giuridicamente, economicamente o moralmente l'Associazione. Ogni spesa relativa alle iniziative che i Delegati territoriali intraprenderanno sarà esclusivamente a carico della Delegazione territoriale dal medesimo rappresentata.
Ogni iniziativa dei Delegati territoriali dovrà essere tempestivamente comunicata al Consiglio direttivo il quale potrà esprimere sull'iniziativa stessa un parere meramente consultivo, che non vincola in nessun modo né il Consiglio direttivo stesso né l'Associazione.
I progetti intrapresi dai Delegati territoriali non potranno comunque essere in contrasto con le finalità perseguite dall’Associazione. Le iniziative eventualmente contrastanti con gli scopi dell’Associazione saranno prese in esame dal Consiglio direttivo per gli opportuni provvedimenti.
Art.15 Marchio di qualificazione
L'associato in regola con i pagamenti delle quote sociali ha diritto di esporre alla vista del pubblico il contrassegno comprovante la sua appartenenza all'Associazione.
Tale contrassegno costituisce il marchio di qualificazione e verrà rinnovato di anno in anno.
Il socio che cessa di essere tale è tenuto a restituirlo all'Associazione.
Art.16 Socio Onorario - Presidente Onorario
È prevista la nomina a socio onorario di personalità del mondo della cultura e dell'arte, anche non appartenenti alla categoria, che abbiano contribuito in modo particolare al raggiungimento delle finalità perseguite dagli scopi istitutivi dell'Associazione.
I soci onorari non assumono particolari impegni nei confronti dell'Associazione e non hanno diritto al voto.
È altresì prevista la possibilità di nominare un Presidente Onorario, che avrà facoltà di intervenire senza diritto di voto alle adunanze del Consiglio direttivo.
Le nomine di cui sopra saranno deliberate a scrutinio segreto dall'Assemblea straordinaria e, in deroga all'art.5 dello Statuto, soltanto a maggioranza assoluta dei voti degli associati.
Presentazione dell'Associazione
L'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea nasce nel 1964 presso l'Unione Commercio, Turismo e Servizi di Milano come Sindacato Nazionale Mercanti d'Arte Moderna. Nel 1985 modifica una prima volta la sua ragione sociale; nel gennaio 1997 si trasferisce in via Amedei 6 a Milano, assumendo nel marzo 2001 la sua attuale denominazione. Da settembre 2012 la nuova sede dell'ANGAMC è in via degli Olivetani 8 a Milano. Obiettivo primario è quello di rafforzare sempre più la struttura del mercato dell'arte incentivandone le potenzialità grazie alla professionalità degli operatori, anche con interventi in ambito giuridico e amministrativo. La figura e l'attività del gallerista sono così definite con chiarezza nei loro aspetti giuridico-amministrativi, culturali, etici e sociali. L'Associazione ha ritenuto imprescindibile la necessità di intraprendere iniziative volte all'approvazione di provvedimenti di legge riguardanti le arti figurative in genere e la disciplina del mercato dell'arte moderna e contemporanea. In tale ambito, negli anni '70, è stata parte attiva nella stesura di una normativa contro la contraffazione delle opere d'arte, recando un significativo contributo alla soluzione di questioni inerenti il diritto penale volte alla tutela del mercato e quindi del collezionismo. È tuttora attivamente impegnata in un programma volto alla formulazione di un testo di legge che consenta la riduzione delle penalizzanti aliquote IVA attualmente in vigore.
L'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, organizzata in sei delegazioni distribuite sull'intero territorio nazionale, ha lo scopo di rappresentare e tutelare, in ogni sede, gli interessi morali, eco¬nomici e culturali della categoria..
A tal fine l'Associazione:
- provvede a servizi di interesse comune agli associati;
- esamina e pone allo studio le problematiche della categoria, promuovendone la soluzione presso le autorità competenti in campo normativo, fiscale e contributivo;
- esercita attività di consulenza per le questioni sottoposte dagli associati inerenti ai loro rapporti com¬merciali ed economici con i terzi;
- nomina propri rappresentanti in enti e istituzioni pubbliche e private ogni qualvolta la tutela degli interessi del settore sia richiesta o ritenuta necessaria, così pure delega propri associati a intervenire in convegni su temi riguardanti l'attività della categoria;
- favorisce la composizione amichevole di conflitti sorti tra gli associati e a tale scopo designa arbitri ed esperti;
- favorisce la promozione, la diffusione e la tutela del collezionismo pubblico e privato offrendo, a quanti ne facciano richiesta, un servizio di consulenza circa l'autenticità delle opere d'arte moderna e contemporanea prestato dalla Commissione peritale operante al suo interno.
The "National Association Galleries of Modern and Contemporary Art" was founded in 1964 at the Union of Commerce, Tourism and Services of Milan as "Merchants National Union of Modern Art". In 1985 it edited a first time its name; in January 1997 it moved to Via Amedei 6 in Milan and took, in March 2001, its current name. Since September 2012, the new headquarters of ANGAMC is in Via Olivetani 8 in Milan. The primary goal is to further strengthen the structure of the art market encouraging its potential thanks to the expertise of the operators, even with interventions in legal and administrative areas. This way, the figure and the activity of the gallerist are clearly defined in their legal, administrative, cultural, ethical and social aspects. The Association considered indispensable the need for initiatives leading to the approval of legal measures regarding visual arts in general and the discipline of the market in modern and contemporary art. In this context, in the 70s, the association has been an active part in the drafting of a legislation against the counterfeiting of art works, bringing a significant contribution to the solution regarding issues of criminal law for the protection of the market and, as a result, collecting. ANGAMC is still actively engaged in a program leading to the verbalization of a bill that allows the reduction of the penalizing VAT rates currently in force.
The "National Association Galleries of Modern and Contemporary Art", organized into six delegation spread throughout the country, aims to represent and protect, in every location, the moral, economic and cultural interests of the category.
To that ends, the Association:
- Provides services of common interest to the members;
- Examines and studies the problems of the class, promoting the solution with the relevant authorities in regulatory, fiscal and contributory field.
- Offers advice about questions of the members regarding their business and economic relations with third parties.
- Appoints representatives in public and private institutions whenever the protection of the interest of the sector is required or deemed necessary. The Association also delegates its member to speak in conference on themes related to the activities of the category.
- Encourages the friendly resolution of conflicts arising between members and, to that end, appoints arbitrators and expert.
- Supports the promotion, the diffusion and the protection of public and private collections by offering, to those who request it, an advisory service regarding the authenticity of modern and contemporary art works lent by the expert commission working on the inside of the Association.
Commissione peritale
La Commissione Peritale dell'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea è un organo collegiale che opera dal 1981 e che esamina opere di artisti italiani d'arte moderna non viventi.
Si tratta di un servizio rivolto agli Associati e a tutti coloro che ne facciano richiesta secondo le modalità previste dal modulo "RICHIESTA DI ESAME PERITALE - CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO", al quale si rimanda per tutti i dettagli e i relativi costi.
Si invitano tutti gli interessati a contattare la Segreteria ANGAMC per tutte le informazioni, la tempistica e le modalità operative richieste.
Segreteria ANGAMC
Via degli Olivetani 8 - 20123 Milano
Telefono 02.866737
Consulenza fiscale e legale
L’ANGAMC segnala l’esistenza di due importanti servizi riservati alle Gallerie Associate, nati con l’obiettivo di offrire una puntuale assistenza professionale e gratuita: la consulenza amministrativa e fiscale e la consulenza legale.
La consulenza amministrativa e fiscale è curata dal Dottor Pier Paolo Pagnotto. Gli argomenti affrontati in questi anni hanno trovato una sistemazione organica nella pubblicazione “Il gallerista di professione”, strumento divenuto prezioso per il lavoro delle Gallerie d’arte svolgendo una funzione strategica per la soluzione delle numerose questioni che si presentano quotidianamente. Le risposte a tali questioni – il diritto di seguito, il regime del margine e molte altre di natura amministrativa e fiscale – sono confluite in un nuovo servizio allo scopo di rispondere tempestivamente alle richieste attraverso una modalità di utilizzo ancora più diretta: “il consulente risponde”.
Analogamente al servizio offerto per l’area amministrativa e fiscale, il servizio di consulenza legale è stato pensato per rispondere in modo attento ed immediato a tutte le questioni di ambito giuridico che si presentino nella gestione delle Gallerie d’arte. Ad occuparsene è l’Avvocato Luca Jeantet dello Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners con sede a Torino e a Milano. Il servizio fornisce agli Associati la possibilità di un parere preliminare sulle problematiche esposte. Nel caso di necessari ulteriori approfondimenti si potrà richiedere una specifica assistenza concordandone le modalità con l’Avvocato Jeantet.
Contatti - phone
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ANGAMC
Grande partecipazione alla cerimonia di consegna del Premio ANGAMC 2019
Si è tenuta sabato 2 febbraio, all'interno di Arte Fiera, la cerimonia di consegna del Premio ANGAMC 2019, riconoscimento teso a valorizzare il ruolo e la carriera di un gallerista affiliato all'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea distintosi nel panorama italiano per meriti artistici, umani e professionali.
Il Premio ANGAMC 2019 è stato assegnato alla carriera del gallerista Pasquale Ribuffo - recentemente scomparso - fondatore insieme a Franco Bartoli della Galleria De' Foscherari di Bologna.
Erano presenti alla cerimonia Gianpiero Calzolari (Presidente BolognaFiere), Simone Menegoi (Direttore Artistico Arte Fiera) e Mauro Stefanini (Presidente ANGAMC), che hanno portato ai presenti il loro saluto. Dopo l'intervento di Pier Giovanni Castagnoli (storico dell'arte, già Direttore della GAM di Torino), teso ad illustrare la storia del gallerista premiato e della sua galleria, Mauro Stefanini ha consegnato la targa ai figli di Pasquale Ribuffo, Elena e Francesco Ribuffo, dando pubblica lettura della motivazione: «Alla carriera di Pasquale Ribuffo, cofondatore della Galleria De' Foscherari, che dai primi anni Sessanta ha associato, con grande impegno e professionalità, l'interesse per gli artisti storicizzati ad un'approfondita ricerca sulla contemporaneità».
«Non si può scrivere la storia dell'arte contemporanea - ha sottolineato Pier Giovanni Castagnoli - senza considerare anche la storia delle gallerie d'arte. Pasquale Ribuffo ha sempre creduto nel potenziale di Arte Fiera, impegnandosi in prima persona e con i colleghi per salvaguardarla».
ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
Via degli Olivetani 8, 20123 Milano
Tel. +39 02 866737
www.angamc.com
UFFICIO STAMPA ANGAMC:
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano 54, 42121 Reggio Emilia
Tel. +39 0522 1715142
www.csart.it
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ANGAMC
L'ANGAMC ad Arte Fiera 2019
Abbiamo il piacere di segnalarvi che
l'ANGAMC sarà presente a
ARTE FIERA 2019
31 gennaio - 4 febbraio
Nella LOUNGE ANGAMC al Centro Servizi gli Associati potranno accogliere eventuali ospiti nell’angolo salotto, incontrarsi per una pausa fra colleghi, gustare un caffè o un leggero spuntino in uno spazio riservato e accogliente.
Vi aspettiamo numerosi!
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ANGAMC
Premio ANGAMC alla carriera 2019
Mauro Stefanini, Presidente ANGAMC, è lieto di annunciare che
nell’ambito di Arte Fiera 2019
avrà luogo la cerimonia di consegna del
Premio ANGAMC alla carriera
alla memoria di PASQUALE RIBUFFO
Sabato 2 febbraio 2019, ore 10.15
Arte Fiera - Bologna
Ingresso ovest Costituzione
(Sala Notturno, Centro Servizi Blocco C, 1° piano)
Il premio verrà assegnato alla memoria del gallerista Pasquale Ribuffo - recentemente scomparso – fondatore insieme a Franco Bartoli della Galleria De’ Foscherari di Bologna, quale riconoscimento per gli oltre cinquant’anni di attività di ricerca svolti nel campo dell’arte contemporanea.
In allegato il comunicato stampa.
ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
Via degli Olivetani 8, 20123 Milano
Tel. +39 02 866737
Ufficio Stampa Angamc:
CSArt – Comunicazione per l’Arte
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ANGAMC
“Un vademecum per il Diritto di seguito” di Marilena Pirrelli
Vi segnaliamo con piacere
l'interessante articolo a firma di Marilena Pirrelli
dal titolo “Un vademecum per il Diritto di seguito"
pubblicato su il numero di sabato 17 novembre
de Il Sole 24 Ore, nell’inserto ART ECONOMY24
Certi del vostro interesse sull'argomento,
alleghiamo il file scaricabile.
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ANGAMC
L'ANGAMC a GrandArt 2018
Abbiamo il piacere di invitare tutti gli Associati a visitare
lo stand dell’ANGAMC a
GrandArt Milano 2018 - 2° edizione
9 - 10 - 11 novembre
Inaugurazione: giovedì 8 novembre, ore 18.00
Area Editoria e Services
Vi aspettiamo numerosi!
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ANGAMC
100%Italia 1915-2015 CENT’ANNI DI CAPOLAVORI
Vi segnaliamo con piacere “100%Italia 1915-2015 CENT’ANNI DI CAPOLAVORI”, una mostra ideata dal Museo e dalla Fondazione Ettore Fico di Torino, dedicata agli ultimi cento anni di arte italiana, dall’inizio della Grande Guerra ai giorni nostri.
L’esposizione ideata e coordinata da Andrea Busto, che si terrà dal 21 settembre 2018 al 10 febbraio 2019 in varie sedi nelle città di Torino, Vercelli e Biella, si articola in un percorso storico esaustivo teso ad evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana ed è arricchita dalla pubblicazione di un catalogo che illustra tutte le opere esposte.
Il Museo e la Fondazione Ettore Fico si sono avvalsi della collaborazione e del supporto strategico dell’Associazione Nazionale delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, oltre che dell’Associazione Fondazioni e Casse di Risparmio Spa, nonché di Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, per attivare una ricerca di importanti opere, raramente o mai esposte, con l’obiettivo di proporre all’attenzione del pubblico quei capolavori che solitamente vengono conservati in collezioni private, al fine di offrire una scelta di opere pressoché inedite.
Per maggiori informazioni:
Segreteria Generale Museo Ettore Fico – Torino
tel. +39 011 853065
potete scaricare il
oppure
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ANGAMC
Rinnovo Consiglio direttivo ed elezione Presidente ANGAMC
Lunedì 28 maggio presso la sede milanese di via degli Olivetani 8 si è svolta l’Assemblea dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (ANGAMC), convocata per eleggere il nuovo Consiglio direttivo per il quadriennio 2018/2022.
Nella riunione svoltasi al termine dell’Assemblea generale, i sette nuovi Consiglieri, di concerto con i sei Delegati territoriali, hanno quindi eletto Mauro Stefanini Presidente dell’ANGAMC, rinnovando la loro fiducia nell’operato della persona che ha guidato l’Associazione negli ultimi due anni.
Sono stati inoltre designati alla Vice Presidenza Paola Verrengia e Giovanni Bonelli.
Il nuovo Presidente Mauro Stefanini ha ringraziato gli associati che sono interventi numerosi all’Assemblea e il Consiglio direttivo per questa riconferma, esprimendo ai colleghi il suo proposito di voler proseguire il lavoro di crescita e di consolidamento del ruolo istituzionale e di rappresentanza dell’ANGAMC e il suo impegno teso ad ampliare l’attività e i servizi riservati agli associati. Auspica che, con la collaborazione di tutti i colleghi, l’ANGAMC possa divenire sempre più un punto di riferimento forte per tutte le gallerie d’arte moderna e contemporanea in Italia.
Pertanto, abbiamo il piacere di informarvi che il nuovo Consiglio direttivo dell’ANGAMC risulta così composto:
Presidente: Mauro Stefanini (Galleria Open Art – Prato)
Vice Presidente: Paola Verrengia (Galleria Paola Verrengia – Salerno)
Vice Presidente: Giovanni Bonelli (Galleria Giovanni Bonelli – Milano)
Consiglieri
Ambra Gaudenzi (Galleria Il Vicolo – Genova)
Marco Niccoli (Galleria Niccoli – Parma)
Andrea Sirio Ortolani (Osart Gallery – Milano)
Giangaleazzo Visconti di Modrone (Studio Giangaleazzo Visconti – Milano)
Delegato territoriale Emilia Romagna e Marche
Paola Forni (Galleria Forni - Bologna )
Delegato territoriale Lombardia
Antonio Addamiano (Galleria Dep Art – Milano)
Delegato territoriale Piemonte e Liguria
Giuseppe Filippo Biasutti (Galleria Biasutti & Biasutti – Torino)
Delegato territoriale Roma e Centro Sud
Alfonso Artiaco (Galleria Alfonso Artiaco – Napoli)
Delegato territoriale Toscana
Andrea Alibrandi (Galleria Il Ponte – Firenze)
Delegato territoriale Triveneto
Giordano Raffaelli (Studio d’Arte Raffaelli – Trento)
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ANGAMC
“Un tavolo per riscrivere le regole” di Marilena Pirrelli
Vi segnaliamo con piacere
l'interessante articolo a firma di Marilena Pirrelli
dal titolo “Un tavolo per riscrivere le regole”
pubblicato sull'edizione di sabato 21 aprile
de Il Sole 24 Ore, nell’inserto ART ECONOMY24
Certi del vostro interesse sull'argomento, alleghiamo il file scaricabile.
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ANGAMC
Grande partecipazione al TALK organizzato da ANGAMC
Grande partecipazione e vivace dibattito al TALK di domenica 15 aprile “Proposte per una nuova fiscalità dell’arte”, organizzato da ANGAMC durante miart 2018!
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GALLERIA C+N CANEPANERI
ReWIND Andrea Salvino, Stefano Cagol, Theo Mercier, Arseny Zhilyaev, Danica Lundy, Elizabeth Aro, Traslochi Emotivi, Louise Guerra
Dal 10 gennaio al 15 febbraio 2019
lunedì-venerdì: 10.00 - 13/14.30 - 18.00
sabato su appuntamento
location: Foro Buonaparte, 48, Milano
La galleria C+N Canepaneri è lieta di presentare Rewind, mostra collettiva che raccoglie i lavori di nove artisti italiani ed internazionali. L'esposizione getta uno sguardo retrospettivo sull'attività recente della galleria, il cui programma contempla diversi filoni paralleli: da autori storici dagli anni Sessanta in poi a grandi nomi del contemporaneo, fino ad artisti di nuova generazione consolidati o emergenti. Proprio il filone più contemporaneo e di ricerca è protagonista di Rewind, con autori nati tra il 1961 e il 1991.
Pur nella diversità delle poetiche e senza la sovrapposizione di un filo conduttore tra le opere, gli autori riuniti in mostra condividono una spiccata capacità di analisi del presente, con piglio più o meno diretto e radicale.
Le immagini rielaborate pittoricamente da Andrea Salvino sono frammenti di realtà contemporanea, punti di incontro tra cronaca e storia. Lo stile straniante con cui vengono rese non ammorbidisce la lettura di contraddizioni e conflitti dell'epoca contemporanea, ma al contrario la rende ancor più tagliente. Una mappatura dell'immaginario collettivo odierno emerge dall'opera di Stefano Cagol, con un linguaggio basato sull'idea di simbolo e sulla sintesi formale declinato in videoinstallazioni e public art. Come un nuovo alfabeto contemporaneo, chiave d'accesso per l'interpretazione dello spettatore. Il linguaggio simbolico è presente anche nell'opera di Theo Mercier, ma con un'accezione più legata all'incrocio tra cultura contemporanea e ancestralità. Come totem postmoderni, le sue sculture costringono chi guarda a rielaborare oggetti e segni solo a prima vista immediatamente riconoscibili, in realtà sottilmente alterati e decontestualizzati.
L'intersezione tra tradizione e modernità, il rapporto tra individuo e società, l'analisi critica del presente attraversata da una sottile aria di contestazione dello status quo sono i temi fondamentali di Filip Markiewicz, che utilizza sia disegno che l'installazione immersiva che rende partecipe il pubblico. L'arte di Arseny Zhilyaev riflette invece sul concetto stesso di mostra e museografia, reinterpretando il rapporto tra arte e regime vigente durante l'Unione Sovietica. Gli espressivi dipinti e disegni di Danica Lundy parodizzano i tic della nostra società raffigurando scene di divertimento o godimento venate di inquietudine e malinconia. Il grottesco si associa alla maestria pittorica, lo stile ipercontemporaneo contiene citazioni dall'arte del passato.
La stratificazione della memoria, il rapporto tra l'uomo e il suo contesto, ambientale o sociale, sono gli argomenti esplorati da Elizabeth Aro con lavori fortemente evocativi ma solo apparentemente onirici, in realtà riflessivi e concettuali. E sono presenti in mostra anche due progetti collettivi, a testimonianza delle sempre rinnovate forme che assume la ricerca artistica "impegnata". Traslochi Emotivi è un progetto creato nel 2010 da Giulia Currà, che "cambia ogni volta come un camaleonte e un migrante e indaga i concetti di limbo, soglia e identità multipla", coinvolgendo di volta in volta diversi collaboratori, non per forza artisti. Louise Guerra è invece "un progetto collettivo, una fiction artistica, una ricerca contro l'individualismo e la fede nell'autorialità".
La mostra fornisce così nove chiavi di interpretazione del nostro tempo, nove esempi di come forma e concetto siano sempre più inestricabili nell'eclettica creazione contemporanea.
Filip Markiewicz, Altersilence, 2016, matita su carta, 63x44cm
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GALLERIA POLIART
GIOVANNI LOMBARDINI The Ring of Rhymes
A cura di Leonardo Conti
opening sabato 23 febbraio 2019
alla presenza dell’artista con la musica di Paola Samoggia
23 febbraio | 13 aprile 2019
La PoliArt Contemporary di Milano presenta The Ring of Rhymes, personale dedicata al celebre ciclo delle Rime di Giovanni Lombardini. L’esposizione di trenta opere, tutte di piccolo formato (cm 30X30), disegna un grande anello attraverso le pareti della galleria, trattenendo i visitatori all’interno di una specie di incantamento.
La galleria (o il museo) è da sempre lo spazio vitale della fruizione: da lì si lanciano gli sguardi perché è lì che le opere si affacciano. Ora, con questo inedito allestimento, Lombardini amplifica a dismisura quello spazio vitale: in un gioco complesso di potenza visiva e di segreti specchi e rimandi, lo trasforma nel misterioso luogo della profondità delle opere, cui finalmente si ha accesso. Basta scegliere un punto fermo su cui ruotare, un centro possibile – o forse sarebbe meglio dire un de-centro -, per compiere un viaggio nell’immagine di se stessi riflessa senza fine nel colore e nella luces. The Ring of Rhymes è soprattutto questo: un viaggio all’interno di un incantesimo, in cui l’arte ci restituisce uguali e diversi.
Del resto, anche Lombardini è un grande viaggiatore, per quanto una simile affermazione potrebbe apparire paradossale, poiché, nella realtà, l’artista non si è in pratica mai mosso dalle verdi colline della Romagna: Lombardini è un viaggiatore dello sguardo, dall’alto, rivolto a est, lontano, fin dove gli incomparabili cielo e mare si fondono in un barbaglio.
Là i suoi sterminati viaggi si dirigono e tutti si compiono nel luogo invalicabile in cui gli altri incomparabili e irriducibili di realtà e arte si lambiscono, si sfiorano, quasi si confondono, quasi l’uno l’altra faccia dell’altro.
Spingersi sino all’ultima superficie, oltre l’ultimo velo, questo è l’instancabile viaggiare di Giovanni Lombardini. La sua è una pittura del limite e ogni opera pare inscriversi nel millenario avvertimento: Hic sunt leones. Per traguardare la fine di un mondo e l’inizio di un altro bisogna avere il coraggio di Ulisse, essere pronti ad affrontare, dopo il ciclope, la maga, le sirene, persino l’ultimo gorgo che non ti restituisce.
Quasi in una quiete prima della tempesta, le Rime si distendono sterminate e interminabili, come orizzonti verticali che trapassano gli sguardi. Laddove la superficie si sprofonda, scavano nell’aria un vuoto di noi, già nel dominio degli specchi, in cui, ecco, arte e realtà si fondono, finché l’ultima luce non si perda nello spazio e nel colore, spenti dalla sera.
Le Rime variabili di questo Ring of Rhymes sono anche musicali, sono melodie di timbri (la musicale klangfarbenmelodie di schoenberghiana memoria): il colore rutilante sgorga dalla verticale mediana del quadro, e di rima in rima si dipana ogni opera intera, in un’esondazione inarrestabile che arrotonda i bordi e va, fino ad abitare la parete.
Tuttavia, questa forza del colore, resa lucidissima dall’acrilico trasparente, d’improvviso svela il segreto della realtà circostante, è lo specchio, e a noi, quasi regnanti di fronte allo sguardo di Velasquez, la caducità del nostro esserci, riflesso tra le rime. Questa è l’ambiguità di ciò che si riempie svuotandosi, il viaggio in cui partenza e ritorno coincidono, a mezza via, nel “de-centro” di The Ring of Rhymes, tra la potenza cromatica che invade lo spazio e il potere della luce che, indefinitamente riflessa, ci accoglie nel miracolo di questo luogo.
Catalogo in edizione limitata e numerata di 120 esemplari, ognuno contenente un’opera unica di Giovanni Lombardini, cartonato, Edizioni PoliArt Contemporary
Ufficio Stampa: Spaini & Partners
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GALLERIA LUCA TOMMASI
PHILLIP ALLEN Deepdrippings
a cura di Stefano Castelli
13 febbraio - 30marzo 2019
Inaugurazione: 13 febbraio 2019 - ore 18,30
Luca Tommasi è lieto di annunciare Deepdrippings, prima personale in Italia di Phillip Allen che si terrà negli spazi di via Cola Montano 40 a Milano. L'esposizione presenta una selezione di dipinti che rappresentano la più recente evoluzione nella poetica dell'artista.
Pur portando il linguaggio della pittura ai suoi limiti estremi, alterandone i presupposti di base per avvicinarlo al punto di rottura, lo stile di Phillip Allen rimane "costruttivo". Il dipinto sussiste nella sua materialità, diventando un vero e proprio oggetto, un quadro-scultura. Le convenzioni e le aspettative del visitatore, però, sono sistematicamente disattese: i rapporti tra cornice e dipinto si ridistribuiscono, l'idea di sfondo viene annullata dalla saturazione, margini e centro si confondono in una distribuzione "egualitaria" dello spazio. "Mi piace l'idea di dissolvere me stesso nel processo pittorico", dichiara Allen.
Nei lavori immediatamente precedenti, la distribuzione dei colori e delle forme suggeriva retropensieri figurativi: paesaggi, vegetazione, trattamento dell'immagine di derivazione paradossalmente postimpressionista... Nei dipinti qui presentati ciò si dissolve ancor più che in passato nell'autonomia del colore e del segno. Allen rinuncia all'utilizzo di un vero e proprio "motivo", i pattern diventano ancora più aleatori che in passato. La materia sembra autoriprodursi per invadere ogni spazio disponibile. In fondo, i dipinti di Allen funzionano simbolicamente come schermi: la linearità dell'immagine "trasmessa" è definitivamente interrotta e congelata. Ma proprio questa saturazione dà vita a un nuovo linguaggio immaginifico, tattile e sensoriale.
Un riferimento fondamentale per l'artista nell'elaborazione della sua poetica è in effetti il concetto di "spazio acustico" elaborato da Marshall McLuhan per descrivere il funzionamento dei mezzi di comunicazione di massa - non solo quelli che utilizzano l'audio ma anche quelli che ricorrono all'immagine e alla parola scritta. Nello "spazio acustico" tutti i sensi sono sollecitati contemporaneamente, senza consentire una fruizione analitica del messaggio.
Phillip Allen è nato a Londra nel 1967, dove vive tuttora. Dopo studi alla Kingston University e al Royal college of art, giunge alla sua prima personale a Londra nel 1999 con la galleria The Approach, alla quale fanno seguito una ventina di altre personali e numerose collettive. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche, come quella della Tate e del British Council. All'attività artistica affianca quella curatoriale e l'insegnamento.
La mostra resterà aperta con i seguenti orari: martedì - sabato ore 15 – 19 e su appuntamento. Per Info e materiale iconografico: . Tel. 335 242433
LUCA TOMMASI
Via Cola Montano, 40 – MILANO
-www.lucatommasi.it
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GALLERIA DELLUPI ARTE
Hans Hartung. Beyond Abstraction
Nella mostra “Hans Hartung. Beyond Abstraction” la galleria Dellupi Arte di Milano – situata all’interno delcomplesso progettato da Daniel Libeskind, nel quartiere Citylife, nuovo polo di attrazione dell’arte contemporanea e del design – ripercorre, dal 23 novembre 2018 al 26 gennaio 2019, circa quarant’anni di ricerca dell’artista franco-tedesco attraverso un’attenta selezione di opere realizzate in vari momenti del suo percorso.
“La ricchezza della sua produzione, la varietà delle soluzioni tecniche impiegate, unite al desiderio di sperimentazione – ricorda la curatrice Ilaria Porotto – contraddistinguono Hans Hartung come uno tra i più significativi protagonisti dell’arte astratta; la sua pittura – libera da vincoli ed etichette – ha caratterizzato l’arte del secondo Novecento, influenzando generazioni di artisti più giovani”.
Questa seconda mostra dedicata a Hartung dalla galleria Dellupi Arte si configura come una piccola antologica con circa 20 opere, una quindicina di capolavori su tela, accompagnate da una selezione di raffinati lavori su carta. Il progetto segue un percorso cronologico: partendo dagli anni Cinquanta, dove prevale ancora un linguaggio fortemente segnico, si concentra sugli anni Sessanta e Settanta, quando Hartung sviluppa una nuova gestualità e sperimenta inediti strumenti per grattare, scavare, imprimere la superficie della tela, per completarsi con i dipinti della maturità eseguiti negli anni Ottanta, le sue creazioni più liriche, in cui il gesto è completamente libero di esprimersi.
Nelle opere in mostra appare evidente come Hartung declini il suo linguaggio in un segno pittorico fremente e vitale. Come ben rappresentato da alcune delle tele esposte – come T1962-L8del 1962, T1963-R42 del 1963o T1965-E3 del 1965 – per ottenere ciò, l’artista si avvale di strumenti nuovi, sperimentando utensili comuni e oggetti di uso quotidiano, come rulli, spazzole, rami e rastrelli da giardino, ma anche l’aerografo, spruzzi e compressori.
Hartung elabora così una personalissima modalità stilistica e operativa. In capolavori come T1962-U4, anch’esso in mostra, una nuvola di colore indefinito si dissolve in una profondità spaziale popolata da linee sinuose o nervose, accostate o intrecciate l’una all’altra, scalfite nello strato pittorico. Il quadro si trasforma al contempo in energia primigenia ed esperienza lirica: un’arte completamente astratta, priva – anche nel titolo – di ogni tipo di riferimento, ma trampolino verso l’infinito, capace di suscitare emozioni e generare bellezza.
La rassegna si conclude con gli acrilici degli anni ’80 che descrivono uno dei momenti forse più affascinanti della carriera dell’artista dove segni e colature di colore esprimono un potenziale armonico che arriva a delle punte di poesia del tutto inaspettate nelle quali si riconoscono reminiscenze di elementi naturali o paesaggistici.
Completa la mostra, un catalogo edito dalla Dellupi Arte con un testo di Ilaria Porotto e immagini delle opere esposte.
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EDUARDO SECCI CONTEMPORARY
Mass Spectacle
a cura di Pietro Gaglianò
Date| 25 Gennaio – 23 Marzo
Opening| 25 Gennaio ore 18:00
Orari mostra | Lunedì – Sabato / 10:00 – 13:30 & 14:30 – 19:00
Eduardo Secci Contemporary è lieta di presentare la mostra Mass Spectacle a cura di Pietro Gaglianò, comprendente le opere di Victor Agius, Alberto Borea, Hugh Scott-Douglas, Diana Al Hadid, Santiago Taccetti, Hector Zamora.
La mostra collettiva sarà inaugurata presso la sede principale della galleria, in Piazza Goldoni 2, a Firenze, il 25 gennaio 2019, alle ore 18:00.
“L'adattamento della realtà alle masse e delle masse alla realtà è un processo di portata illimitata, tanto per il pensiero quanto per la percezione”.
Attorno a questa affermazione di Walter Benjamin (L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936) si dispongono le opere di sei artisti internazionali per illustrare una serie di interrogativi sulla forma e sul senso delle rappresentazioni collettive, sul ruolo dell’arte nella sua relazione con il potere. Il progetto Mass Spectacle / Spectacles for the Massesè innescato da una riflessione sul monumento nel paesaggio contemporaneo e si dispone come un percorso sulle possibili contronarrazioni agite dall’arte chiedendosi quale sia il suo pubblico e quali i limiti della sua effettività rispetto al sistema economico che la promuove e la contiene.
Gli artisti coinvolti provengono in larga parte da culture che hanno dovuto confrontarsi con pesanti eredità coloniali o che si trovano in regioni di cerniera tra continenti e aree di influenza tra loro in conflitto, e la loro ricerca è arricchita da uno sguardo critico sulla produzione culturale di massa di marca occidentale. Victor Agius, nato nel 1982 a Malta, dove vive e lavora, reinterpreta l’iconografia tradizionale, della devozione religiosa come della politica, utilizzando materiali che incrinano il concetto di permanenza che caratterizza il monumento. Profondamente connesso alla cultura ancestrale della sua isola, Agius ne esamina attentamente le radici e le evoluzioni nel rapporto con il Mediterraneo e l’Europa. Alberto Borea(Lima, 1979, vive e lavora a New York) opera una drammatica revisione dei feticci della repressione sociale e del dominio finanziario, denunciandone le connessioni sotterranee; i confini della geografia del potere vengono riscritti svelando ramificazioni dalle quale nessuno può ritenersi non responsabile. Il lavoro di Hugh Scott-Douglas(Cambridge, GB, 1988) esplora i sistemi della produzione e della veicolazione commerciale come simbolo della condizione globale contemporanea e come strumento per mettere in evidenza altri passaggi e viaggi di esseri umani, di linguaggi, di significati. L’artista di origine siriane Diana Al Hadid(1981, vive e lavora a New York), impegnata in una originale sperimentazione nella tecnica e nei materiali della scultura, decostruisce la rappresentazione monumentale attraverso una ricerca formale che connette il passato al presente. L’argentino Santiago Taccetti(vive e lavora a Buenos Aires) sintetizza elementi di storia sociale del suo paese in forme che dialogano con diverse estetiche dell’arte contemporanea: tra simulazioni e sfide all’osservatore viene allestita una narrazione asciutta e drammatica delle ineguaglianze locali e globali. Hector Zamora (Città del Messico 1974, vive e lavora a Lisbona) è autore di progetti di grande formato che sovvertono i consueti apparati della percezione tra istituzione e controcultura, rappresentazione e immaginazione, opera e spettatore. Sul destino dell’opera e sulla sua permanenza è incentrato il lavoro presentato in questa occasione.
Nella congiuntura storica in cui venne pubblicato il saggio di Benjamin, nell’Europa dei totalitarismi, le grandi narrazioni si affermavano come spettacolo di massa, perseguendo la precisa volontà politica dei gruppi egemoni di raggiungere folle sterminate con la propria propaganda. Oggi più che mai, in una dimensione globale, fatta di azzeramenti continui della storia e verità istantanee, lo spettacolo di massa, Mass Spectacle, è un dispositivo ottico: Spectacles for the Masses, occhiali per le masse. In questa corrispondenza si descrive il rapporto tra la rappresentazione e la realtà, deformata proprio da quegli spectacles(occhiali) imposti dalla rappresentazione.
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GALLERIA P420
Adrian, George, Peter, Sofia, Tamina
Fino al 30 marzo 2019
Galleria P420 è lieta di presentare la mostra collettiva Adrian, George, Peter, Sofia e Tamina.
Cinque artisti, cinque processi pittorici, diverse geografie, storie, battaglie con la forma. Adrian, George, Peter, Sofia e Tamina esalta le diversità all'interno di un'unica disciplina, contrastando l'idea di network e di connessione necessaria.
Si sono riunite cinque personalità; le si espone nella maniera più schietta possibile in una mostra che sin dal titolo è denotata unicamente dal nome proprio dell'artista. Lo spazio di P420 ospita in un sol colpo innumerevoli battaglie pittoriche.
Adrian, George, Peter, Sofia e Tamina è un'esposizione fortemente convinta del fatto che la pittura, quella astratta come quella figurativa, vada ben oltre l'immagine e la rappresentazione. Per questo si è selezionato un gruppo di artisti fortemente process-based, artisti che giocano la propria intelligenza umana e visiva nell'intuizione e nel tempo del fare, anche a costo di fare male, di rinunciare alla politezza dell'opera, in favore di una violenza costruttiva ed emotiva che va oltre il risultato, oltre l'oggetto, e agisce e basta.
Con l'opera del polacco Adrian Buschmann si entra nei segreti passaggi della più raffinata, studiata seduzione mitteleuropea; la pittura è docile, silenziosa, si nasconde dietro un grande ventaglio di linee impercettibili e superfici ampie ed eleganti, si svela 'sorella aperta' di un'architettura e di un design di area austro-tedesca coltivati dal chirurgico occhio di Adrian, mago urbano, saltuario commentatore della società.
Assenza di contrasto tonale, languore e profondità del pigmento, danza, monolitico sfiorarsi dei corpi, composizioni dominate dalla carne liscia, bruciature sulla carne spessa: ecco il dominio dell'inglese George Rouy. L'opera di George è portabandiera della speranza che in pittura il corpo possa tornare a essere pericoloso e ribelle; nella sensualità dei suoi dipinti, George è vicino alla pittura sacra.
L'americano Peter Shear sperimenta cento diverse intuizioni. In ogni opera del suo vasto repertorio si dedica a una particolare sfida pittorica; ogni sfida si giostra in una definita economia dei mezzi e in un dato, seppur inconscio, riferimento storico-artistico. Il suo processo è aperto, ironico, fortemente intellettuale senza per questo perdere la propria intimità che è forte, attenta agli edges del dipinto, esplosa e spessa.
L'italiana Sofia Silva gioca d'azzardo, in territori brulli, sul filo del rasoio pittorico. Le opere e le stoffe dell'artista sono tagliate con la spada di Giovanna d'Arco, contro ogni illusione, ogni tecnicismo, ogni luogo comune, persino contro ogni opposto del luogo comune, per una pittura più crudele, artaudiana, capace di esprimere una violenta sessualità femminile. Sofia presenta.
La tedesca Tamina Amadyar circoscrive le proprie pennellate in aree di due colori la cui interazione permette d'interrogarsi sullo spazio, sulla profondità visiva. Le luminose tele di Tamina parlano di azioni, permettendo di riconoscere i movimenti compiuti dal corpo dell'artista nel dipingerle; ricordano che l'opera, sia essa grassa o scarna, deve respirare e saper accogliere il tempo del silenzio, ponendo un dito dinanzi alle proprie labbra.
Obiettivo di Adrian, George, Peter, Sofia e Tamina è quello di essere una mostra difficile, felice di causare un leggero mal di testa.
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COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Giorgio Tentolini. Kalopsíe
Nelle opere di Giorgio Tentolini -Casalmaggiore (Cr), 1978- l'attitudine a cogliere l'imponderabile diviene pregnante. L'immagine emerge nell'atmosfera emotivamente neutra con la consistenza impalpabile di un ricordo, eterea e leggera nei chiaroscuri come un disegno a grafite su carta, grazie alla sovrapposizione di strati di un materiale metallico come la rete, lasciando intatti i dettagli fisionomici di un volto (le “jeunes-filles”), di un busto o di una statua classici (Pagan Poetry), così come gli elementi strutturali di un interno (Immobili, 2018). Le maglie della rete filtrano l'essenzialità, le linee portanti di un momento che si cristallizza nella memoria intangibile di un ricordo, come avveniva nel ciclo di lavori che dà origine alla poetica della rete metallica (Kairos-Kronos, 2007). I soggetti diventano intercambiabili nella rete di interconnessioni sociali generata dall'artista, diventano assenti, “soggetti identificativi non-umani”, come i manichini delle vetrine dei negozi (Presenze, 2018-2019), colti in un attimo fuggevole (Lapse) che sembra smaterializzarsi e ricomporsi tardivamente nella nostra vista. Ciò che resta è la cristallizzazione di un ricordo, stratificato, oltre che nel tempo e nello spazio della rappresentazione dell'opera, anche all'interno della corteccia cerebrale, dove l'immagine si imprime e si sedimenta quando viene percepita; o meglio, la sua labile traccia, viziata dal fenomeno che i neurologi chiamano Kalopsía, ovvero la sensazione che ogni cosa risplenda di una bellezza intensa, causata da lesioni alla corteccia parietale destra del cervello.
Queste sono le caratteristiche dell'alfabeto espressivo dell'artista al quale la galleria Colossi Arte Contemporanea dedica la mostra personale dal titolo KalopsÍe, a cura di Raffaella A. Caruso. In mostra, sarà disponibile il catalogo, corredato dai testi di Raffaella A. Caruso e Guendalina Belli.
L'artista, finalista, nel 2018, del prestigioso Premio Cairo, curato dalla rivista Arte Mondadori, ha ottenuto significativi premi e riconoscimenti, come il Primo Premio Sculturaalla IV edizione del Premio Nocivelli 2012, il Premio Rigamontinell'Ambito del Premio Arti Visive San Fedeledi Milano, il Premio San Fedele, sempre nel 2012, il Primo Premio Assolutocome Migliore Opera Espostanell'ambito della rassegna di arte contemproanea Paratissima Torino 2015, che, nell'edizione 2016, gli ha dedicato la mostra personale HIC ET NUNC, ed, infine, uno dei ritratti di giovani donne impressi negli strati di rete metallica della serie Elementi per una teoria della jeune-fille, gli è valso il Premio Specialedel contest internazionale di artisti Arteam Cup 2016, sponsorizzato dalla rivista Espoarte. Dal 2014, una sua opera si trova nella collezione permanente del MAR di Ravenna. Di recente, è stato invitato a ritrarre il Pontefice in un'opera in rete metallica che entrerà a far parte della collezione dei Musei Vaticani.
Nelle opere di Tentolini, già esposte a Londra, Berlino e Amsterdam, la memoria intangibile di sagome umane e naturali affiora come labile traccia disincarnata, come presenza che emerge con una consistenza ectoplasmatica e misteriosa. Per plasmare l'immagine, Tentolini incide e lavora, con una tecnica meticolosa e paziente, su ogni singolo strato di materiali di origine naturale, come la carta, o di origine industriale, come acetati, plexiglas e reti in metallo e pvc.
Nelle sue Stratigrafie(che l'hanno portato a vincere il Premio Nocivelli nel 2012) la figura viene forgiata estraendo i livelli di chiaroscuro da ogni foglio di carta; il risultato è una scultura incisa su differenti livelli di luce e ombra che trasforma una semplice sovrapposizione di fogli di un materiale di uso comune come la carta in una superficie plastica e vibrante che viene estratta dal concatenamento dei vari piani e nella quale il soggetto acquisisce consistenza grazie al taglio della luce.
La trasposizione dell'immagine fotografica diviene lo strumento neutrale di partenza per captare e fissare momenti fuggevoli del reale dal flusso incessante di infinite sollecitazioni visive, cogliere un attimo irripetibile di silenzio e meditazione nello schiamazzo comunicativo della società contemporanea, dallo scorrere frenetico del tempo e raffigurarlo facendolo emergere intagliando i substrati del supporto usato, con una tecnica ispirata alle tempistiche delle mutazioni geologiche. Partendo da questi frammenti di tempo, da questo spunto figurativo di partenza, l'artista scava nella profondità degli strati della carta, nelle tessere del cartone da imballaggio, così come nelle maglie della rete metallica, nei sottili strati di tulle, per estrapolare le ombre, preleva la parte pigmentata del riporto fotografico, stratificando le profondità.
Il dato reale, percepito in modo distratto e fugace, viene interiorizzato e scomposto: le sue presenze umane, ritratti naturalistici di foglie, fiori e ramificazioni, gli scorci di un paesaggio urbano, così come di scenari devastati dalla guerra e dal terrorismo in Siria, come a Bruxelles, a Nizza e a Parigi, nella serie di paesaggi HIC ET NUNC,si delineano nell'atmosfera surreale delle stratificazioni di fogli di carta pergamena, grazie ad un sapiente gioco di intagli a vari livelli di profondità che ne scandisce le variazioni chiaroscurali. Allo stesso modo i tratti anatomici di uomini che incedono decisi come per varcare la soglia di un'altra dimensione, alla conquista della modernità, come quello che gli è vlaso il Premio Rigamonti, vengono incisi nelle reti in pvc grazie alla ripetizione di moduli regolari che evocano la profondità chiaroscurale di queste figure; esse alludono a illustri precedenti nella storia dell'arte, dalle figure di operai che marciano in cerca di riscatto del Quarto statodi Pelizza da Volpedo fino all'Homme qui marchedi Alberto Giacometti con la sua idea di tradurre in forma plastica l'anima dell'uomo in un miraggio vuoto e fatuo. Anche nella personaleIconoclastiesvoltasi alla galleria San Fedele di Milano nel 2016, torna a confrontarsi con l'iconografia di capolavori dell'arte andati perduti, trasfgurandoli in sagome intangibili, memorie immateriali che evocano, nelle sedimentazioni delle strisce di carta, nelle pagine intagliate, negli strati di tulle, una bellezza immemorabile che non esiste più, se non come labile ricordo.
I volti di fanciulla della serie Elementi per una teoria della jeune-fille, dalla consistenza labile e immateriale, così come i corpi impressi nelle reti in pvc, prendono forma grazie ad un intreccio di molteplici nodi, gli elementi metallici a maglia esagonale che fungono da elementi costruttivi dell'immagine, simile alla rete di terminazioni nervose e capillari che si dirama nel nostro corpo, come se la loro individualità fosse inserita in un intreccio sociale che ne sfuma i tratti, rendendole impersonali, irriconoscibili...i loro volti sono quelli di modelle, il feticcio della loro bellezza immateriale è destinato a perdersi all'interno delle logiche commerciali del consumismo, nella rete della comunicazione massmediatica. L'uomo di Tentolini si trasforma in una sagoma astratta, le sue immagini sono percezioni dell'interiorità, del sentimento non la rappresentazione di tratti fisici che identifichino le persone.
Queste visioni rarefatte affiorano dalla sovrapposizione degli intagli sugli strati di tulle e reti in pvc, plasmate dalle ombre e dai riflessi creati dalla luce che le colpisce sul retro; le profonde rarefazioni dello spirito vengono estratte da vari substrati in cui i dettagli anatomici di un soggetto non sono immediatamente riconoscibili, ma si perdono nei vari livelli di trasparenza del tulle (come avviene negli Underneath), nella sovrapposizione dei fogli di carta incisi che appaiono come “una tettonica degli elementi coscienti ed inconsci, di memoria e desideri, di paure e felicità che appartengono, appunto, 'stratificati', ad ognuno degli uomini”, come sostiene Giorgio Bonomi.
Ciò che emerge, in questa neutralizzazione del dato intimo ed emozionale, ammantata di un'atmosfera di temporalità immanente è la memoria profonda, non quella superficiale dell'impressione fotografica di partenza, che si propone di eternare e cristallizzare quella astratta e fuggevole.
Le immagini intangibili di Tentolini esistono unicamente in una consistenza di luce resa possibile solo distaccandosi dalla coscienza, perdendosi in un'osservazione che non segue la logica razionale dei parametri cognitivi con cui percepiamo la realtà e suscita dubbi e interrogativi sulla vera consistenza dell'essere umano, sulla realtà e sulla impossibilità di coglierne completamente l'essenza.
La sua arte ci costringe ad una continua interrogazione sui paradigmi con i quali interpretiamo la realtà. Il profilo umano che affiora grazie all'espediente ottico di creare il volume con il gioco della stratificazione dei fogli di carta o dei veli di tulle intagliati, ci porta a riconoscere le caratteristiche dell'umano e quindi rappresenta la traduzione di un contenuto, l'essere umano, non è un semplice virtuosismo. Siamo noi a scegliere se perderci nel seguire la complessa articolazione dei piani spaziali, ricostruendo il processo costruttivo dell'immagine, o se percepire la figura, il soggetto, restituendole la sua unità....nelle opere di Giorgio Tentolini, questa continua alternanza percettiva e di significato viene ricomposta in un'unione ideale tra l'etereo e il concreto della materia.
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FEDERICA SCHIAVO GALLERY
Ruth Proctor and Betty Danon - Qui, dove ci incontriamo, 2019
Qui, dove ci incontriamo è un progetto di scambio e condivisione ideato da Tiziana Di Caro, Norma Mangione, Federica Schiavo e Chiara Zoppelli. Ha Luogo tra gennaio e marzo e comprende tre mostre in cui ogni galleria ospita ed è ospitata dalle altre due.
Nella raccolta di racconti di John Berger “Qui, dove ci incontriamo”, un viaggio in diverse città diviene pretesto per parlare di incontri, immaginazione e memoria. Allo stesso modo, il progetto nasce da incroci e conduce a movimenti di opere, persone e idee da una città all’altra.
Qui, dove ci incontriamo inizia a Torino, da Norma Mangione Gallery il 15 gennaio con l’inaugurazione della mostra di Shadi Harouni (Hamedan, Iran, 1985) e Jay Heikes (Princeton, Stati Uniti, 1975).
Prosegue a Milano da Federica Schiavo Gallery il 23 gennaio con l’inaugurazione della doppia personale di Betty Danon (Istanbul, Turchia, 1927) e Ruth Proctor (Inghilterra, 1980).
La terza tappa inaugura a Napoli, da Tiziana Di Caro il 26 gennaio con Salvatore Arancio (Catania, Italia, 1974) e Stefanie Popp (Bonn, Germania, 1974).
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GALLERIA PUNTO SULL'ARTE
SOUND OF SILENCE | DANIELE CESTARI
Per la prima mostra personale del 2019, la galleria PUNTO SULL’ARTE sceglie DANIELE CESTARI, un artista giovane, ma con uno stile strutturato e riconoscibile. VERNISSAGE SABATO 26 GENNAIO dalle ore 18 alle 21.
Ferrarese, trentacinque anni, Daniele Cestari è un fuoriclasse del paesaggio. È questa la sua chiave per interpretare la realtà. Le sue sono vedute urbane ampie, giocate su prospettive potenzialmente infinite, dove gli edifici si rivelano pretesti per un ripensamento dello spazio; oppure montagne iconiche, monolitiche, perse in un altrove che le rende archetipo del paesaggio di montagna e portatrici di simboli e significati sottintesi. Il silenzio della partitura cromatica appena sussurrata - giocata spesso su una gamma ridotta di toni che vanno dai grigi ai bianchi oppure dai bruni agli ocra - si accende all’improvviso nello squillo dei graffi di colore, delle strisce incongruenti, degli addensamenti di materia che costringono lo spettatore a ripensare l’immagine. E la stessa materia pittorica non è mai piana, ma sofferente, grumosa, colante. A volte l’artista sceglie come supporto per la sua pittura carte antiche, vecchie pagine di quaderni vergate con una grafia ordinata, vetusti atti amministrativi, ottenendo il risultato di dilatare il tempo dell’opera fino a un passato lontano, avvolto nel mistero, capace di trasformare l’immagine in un abisso di suggestioni inedite.
DANIELE CESTARI nasce nel 1983 a Ferrara. Si laurea in architettura nel 2009 per poi dedicarsi alla pittura. La sua carriera di artista è strettamente legata ai suoi studi universitari di architettura, che ha portato a compimento con una tesi di laurea in progettazione urbanistica. In questo contesto ha sviluppato la predilezione per l’aspetto fisico della città e per il paesaggio urbano studiando pittura e fotografia. Ha realizzato mostre personali in Italia e all’estero (Boston, Londra, Amsterdam, Mykonos, Sofia). Nel 2011 viene invitato al Padiglione regionale Emilia Romagna per la 54° Biennale di Venezia, e nel 2014 viene invitato a partecipare alla mostra “Ritratti di Città – Urban Sceneries” a cura di Flaminio Gualdoni a Villa Olmo a Como. Vive e lavora a Ferrara.
Vernissage: SABATO 26 GENNAIO 2019, dalle ore 18 alle 21
Periodo: 27 Gennaio - 2 Marzo 2019
Luogo: PUNTO SULL’ARTE, Viale Sant’Antonio 59/61, Varese
0332 320990 |
Orari: Martedì - Sabato: h 10-13 e 15-19. Domenica 27 Gennaio e 3 Febbraio: h 15 – 19.
Catalogo: con testo critico bilingue di Alessandra Redaelli
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GALLERIA CASATI
GIANFRANCO ASVERI - "Ucci Ucci..."
16 dicembre 2018 - 27 gennaio 2019
opening domenica 16 dicembre alle ore 11.00
L'Artista sarà presente
Domenica 16 dicembre alle ore 11.00 nella Galleria d'Arte Contemporanea di Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano si inaugura la personale di Gianfranco Asveri “Ucci ucci...” a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei promossa dal Comune di Pavullo nel Frignano in collaborazione con la Galleria Casati Arte Contemporanea di Muggiò (MB).
Dopo il grande successo internazionale dell'artista, annoverato tra i Maestri contemporanei, l'esposizione presenta una quarantina di opere degli ultimi anni, anche di dimensioni museali, che presentano il linguaggio di un artista “irregolare” e oltremodo poetico.
Scrive il direttore Paolo Donini : “I suoi quadri sono abitati da dilatazioni magiche di figure, congreghe stregonesche, galline di cui si intuisce la capacità parlante, macrocefali dai contorni liquefatti, esseri perimetrali animati da vaste lacune d’occhi, il popolo fiabesco, indaffarato nel niente ed esultante, di un bambino cresciuto alla dismisura adulta, artista fanciullo ora in grado di pervadere gallerie e musei richiamando il visivo contemporaneo, generalmente fotografico e preda di riuscite e sospette restaurazioni, a un ordine irriverente che presuppone esista, davvero, oltre la specchiante immagine oculare, un altro mondo”.
E i curatori : “Gianfranco Asveri è inscindibilmente legato a quell'ambito rurale che osserva dalle sue finestre e che sente come la sua casa, e non potrebbe essere altrimenti. Il segno, il colore, la pregnanza materica che rompe in modo viscerale la perfezione dell'immagine rappresentata creando agglomerati pastosi, risultano un atto di consapevolezza e di presa di coscienza della realtà. E mentre padroneggia con maestrìa lo spazio, tra colori squillanti e abbacinanti e il dinamismo delle figure sgraziate, che paiono perennemente in movimento e costruiscono l'ambiente attorno, la magia della pittura che permea ogni raffigurazione si rivela in tutta la sua spontaneità.” (Francesca Baboni).
“Gianfranco Asveri propone una ricerca in cui la presa in carico emozionale è sicuramente centrale. Attraverso elaborazioni in cui gli animali assumono sembianze diversificate l’autore cerca di scardinare - il tutto verso una vera e propria rottura – ogni comprimibile fattura estetica. Con una ricerca che fa del crescere insieme uno dei suoi punti focali, le opere nascono e crescono quasi incontrollabili. Questa magnificenza di Gianfranco Asveri trova in una memoria non edulcorata la sua ragione d’esistere.” (Stefano Taddei)
Galleria d’Arte Contemporanea - Palazzo Ducale
via Giardini, 3 - Pavullo nel Frignano (MO)
Orari:
sabato, domenica e festivi: h. 16.00 - 19.00
su richiesta dal lunedì al sabato: h. 10.00 - 12.30
martedì e giovedì: h. 15.00 - 17.30
Ingresso libero
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GALLERIA FRITTELLI
PINO TRADEMARK. Opere grafiche di Pino Pascali
date: 20 dicembre 2018 - 20 aprile 2019
a cura di Roberto Lacarbonara
Frittelli Arte Contemporanea è lieta di presentare la mostra “Pino Trademark. Opere grafiche di Pino Pascali” a cura di Roberto Lacarbonara, un evento che ricorre a cinquant’anni dalla scomparsa (l’11 settembre 1968) di uno dei massimi artisti italiani del secondo dopoguerra.
“Pino Trademark” è la firma che Pascali appone in calce ad una lettera inviata al gallerista Gian Enzo Sperone nel 1966, per ringraziarlo della mostra da poco inaugurata a Torino, dove per la prima volta l’artista mostra in pubblico la serie delle Armi.
Una scelta singolare, piuttosto ironica – quasi un marchio di garanzia sulla recente produzione – che rimanda immediatamente alla citazione di quei “modelli” americani con cui Pascali amava confrontarsi, specie nell’ambito della ricerca pubblicitaria, svolta in quegli stessi anni, per la Lodolofilm e per la Rai. Nei tanti disegni-omaggio a Jasper Johns, nelle scenografie per i caroselli di aziende come Algida o Steel USA, così come nella scelta dei personaggi e delle storie, Pascali inventa uno stile ed un linguaggio originalissimi, spesso con uno sguardo – talvolta critico e insidioso – rivolto all’America e alla sua egemonia nel commercio e nella comunicazione. Il bozzetto “Super” del 1965 – cui è dedicato il recente volume “Super. Pino Pascali e il sogno americano” (Skira, 2018) – incarna la sua visione sarcastica verso la superpotenza a stelle e strisce di cui l’artista sembra conoscere a fondo gli strumenti della retorica e della cultura visuale.
In mostra molti dei lavori prodotti da Pascali nell’ambito della ricerca sull’immagine in movimento, realizzati tramite disegno, collage, emulsioni, tempere e tecniche miste, su carta o su acetato, e destinati alla produzione televisiva. Saranno visibili anche due tra i caroselli più significativi: “I Killers”, cortometraggio d'animazione proposto inizialmente all'Algida e in seguito, dopo il rifiuto del committente, sviluppato da Pascali in un video autonomo; e “Cirio”, filmato realizzato a partire da un reportage fotografico eseguito da Pascali tra Roma e Napoli nel quale l’artista interpreta le maschere partenopee di Pulcinella e Pazzariello.
Il contrassegno grafico che Pascali inventa per Sperone si rivela così indissolubilmente legato a quei soggetti da tempo indagati – le armi, i killers, i cowboys, il dollaro, il paesaggio metropolitano e le insegne alfanumeriche – che testimoniano il confronto assiduo con il New Dada e la Pop Art americana, ma anche all’invenzione di una via tutta italiana e mediterranea della comunicazione pubblicitaria, manifestando ad un tempo il tentativo di acquisizione e di superamento dei codici e delle formule linguistiche d’oltreoceano.
Pino Pascali nasce a Bari nel 1935; in seguito la famiglia si trasferisce a Polignano a Mare. Diplomatosi a Napoli presso il Liceo artistico, nel 1956 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma dove segue il corso di scenografia di Toti Scialoja. In questi anni comincia a frequentare gli artisti del cosiddetto Gruppo di Piazza del Popolo e inizia a lavorare come aiuto scenografo in alcune produzioni Rai collaborando con lo Studio Saraceni e la Lodolofilm come scenografo e grafico per la pubblicità televisiva. Con quest'ultima, grazie al legame di amicizia con Sandro Lodolo, lavorerà fino all'anno della sua morte, avvenuta nel 1968. Nel gennaio del 1965 espone presso la Galleria la Tartaruga di Plinio de Martiis. In estate realizza per la Galleria La Salita l’installazione-performance Requiescat. L'anno dopo presenta il ciclo delle armi presso la Galleria Sperone di Torino e comincia a lavorare alle prime opere in tela bianca su centine. In autunno tiene una mostra da Fabio Sargentini presentando le serie degli animali e dei trofei e i lavori Il mare, Barca che affonda, Balene. La sua prima personale all'estero è ospitata nel 1967 dalla Thelen Galerie di Essen in Germania. In giugno presenta un ciclo di nuove opere ispirate agli elementi della natura. Alla mostra Exhibition of Italian contemporary art a Tokyo e Kyoto, presenta Ricostruzione della balena. In ottobre espone alla galleria Jolas di Milano, presentato da Cesare Brandi. In dicembre alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, insieme a Eliseo Mattiacci presenta Campi arati e Canali di irrigazione. Sempre nel 1967: Premio Modigliani a Livorno; Realtà dell'immagine e strutture della visione al Cerchio di Roma; Oltre la scultura a Pescara, Expo 67 a Montreal; Salone internazionale dei giovani, a Palazzo Ancarani a Spoleto; Proposte Uno ad Avezzano; Mostra di arte contemporanea a Tokyo; V Biennale dei Giovani a Parigi; III Rassegna arte del Mezzogiorno a Napoli; IX Biennale di San Paolo; Art Objectif a Parigi. A marzo del 1968 Giulio Carlo Argan presenta per la prima volta alla Jolas Galerie di Parigi i suoi Bachi da setola. Lo stesso anno partecipa con una sala personale alla XXXIV Biennale di Venezia; a seguito di un incidente motociclistico muore in settembre a mostra ancora aperta, a conclusione della quale gli viene assegnato il Premio internazionale per la Scultura.
Frittelli Arte Contemporanea
via Val di Marina 15 50127 Firenze
tel. 055410153 www.frittelliarte.it
orari: 10:00 -19:00 dal lunedì al sabato
e su appuntamento
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Galleria 10 A.M. Art, Milano
SANDRO DE ALEXANDRIS. 1964 | 2018
a cura di Alberto Zanchetta
Vernissage: Giovedì 14 Febbraio, ore 17.00
Dal 14 Febbraio all'11 Aprile 2019
Dal 14 Febbraio all'11 Aprile 2019, a cinquant'anni dalla prima mostra dell'artista a Milano, curata da Luciano Inga Pin nel 1969, la Galleria 10 A.M. ART, nella nuova sede di Corso San Gottardo 5, propone una rivisitazione, sia pure per punti essenziali, del lavoro di Sandro De Alexandris. Un itinerario di oltre cinquant'anni, in cui i fondamenti si trovano in quel particolare clima creativo delle neo-avanguardie dei primi anni '60 del '900 che rimettevano in discussione, radicalmente, gli statuti linguistici della poesia e della pittura, così come della scultura e della musica.
La mostra antologica, dal titolo "1964 | 2018", curata da Alberto Zanchetta, si snoda a partire da alcune rare opere del 1964, attraversando i tempi di ricerca che hanno segnato il percorso del lavoro di De Alexandris. Da una riflessione sul senso della pittura e sul suo processo di ridefinizione, rivolta alle coordinate tempo-spazio-luce che comporta il progetto di cancellazione e di radicale azzeramento, alla riflessione - ancora nel senso della pittura - che si sviluppa attraverso l'interrogazione di espansioni cromatiche, effusioni della luce, rivelazioni dello spazio-tempo interiore, luogo privilegiato del farsi dell'opera.
Le superfici piegate e sovrapposte, articolate a formare spazi di concentrazione visiva in stretto rapporto con lo spazio che le contiene, i TS e i Rilievi attraversati da linee di luce che ne definiscono la forma, con i t/n, opere in cui si realizza un radicale abbassamento percettivo, concretizzano la ricerca che ha segnato gli anni '60 e '70. Negli anni '80, con le Sovrapposizioni, frammenti di pittura organizzati a definire il processo attraverso cui si forma la pittura stessa, si apre un percorso in cui naturalmente il colore, materia elementare che percorre la superficie, è sostanza estesa ad attraversare le trame dell'essere. Luogo privilegiato che dagli anni '90 ad oggi si fa luce interiore, rivelazione del suo fluire.
Galleria 10 A.M. Art
Corso San Gottardo, 5 - Milano
Orari della mostra: dal martedì al venerdì,
dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30
Tutti gli altri giorni, solo su appuntamento
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GALLERIA MENTANA
Orizzonti Contigui
Rassegna di Arti visive Contemporanee 2018 - 2019
A cura di Giovanna Laura Adreani, Art Director
OPENING Galleria d’Arte Mentana
Venerdì 14 Dicembre dalle ore 18.00
OPENING Borghese Palace Art Hotel
Sabato 15 Dicembredalle ore 19.00
ORIZZONTI CONTIGUI è il titolo della rassegna che verrà allestita nella città di Firenze nel periodo Natalizio. La mostra si estenderà su due prestigiosi spazi espositivi che, pur differenti tra loro, sotto il profilo della finalità, riescono a dialogare in nome dell’arte.
La storica Galleria d’Arte Mentana e il prestigioso Borghese Palace Art Hotel, struttura ricettiva quattro stelle, in questa occasione ospiteranno opere di artisti internazionali attentamente selezionati.
In questo modo il tempo e lo spazio si dilatano all’infinito inseguendo pensieri, colori e forme che, in fughe metaforiche, riportano al dialogo, per condurre un viaggio interiore ad un percorso espositivo che descriva puntualmente le tendenze artistiche contemporanee. Il clima si fa suggestivo e i cambiamenti repentini riescono ad esaltare l’omogeneità spirituale dell’intento delle due esposizioni.
Giovanna Laura Adreani - Art Director
ARTISTI IN MOSTRA
Francesca Coli, Salvatore Magazzini, Bianca Vivarelli, Luigi De Giovanni, Julie Redivo, Rosario Bellante, Audrey Trani, Camilla VavikPedersen, Daria Gravilina, Carla Castaldo, Roberto Loreto, Wilma Mangani, Giampaolo Talani, Sergio Benvenuti, Salvatore Fiume, Mario Schifano, Riccardo Licata, Piero Dorazio, Ugo Nespolo, Emilio Tadini, Vittorio Tessaro, Antonio Corpora.
Galleria d’Arte Mentana - Via della Mosca, 5r – Firenze
Borghese Palace Art Hotel - Via Ghibellina 174r - Firenze
Telefono +39 055 211985 - Fax + 39 055 211985
Cell. + 39 3351207156
www .galleriamentana.it
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MAZZOLENI
EQUILIBRIUM Un'idea per la scultura italiana
Fino al 19 gennaio 2019
Mazzoleni è lieta di presentare Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana a cura di Giorgio Verzotti. La mostra è il primo appuntamento dopo l’ampliamento della galleria, che arriva quasi a raddoppiare gli spazi della storica sede nel centro di Torino, in Piazza Solferino 2.
Il progetto espositivo indaga una delle costanti della scultura italiana che attraverso il superamento del tutto tondo si apre, letteralmente, allo spazio.
Se un punto di partenza di questa indagine risale alle ricerche futuriste, è nella linea che va da Fausto Melotti a Luciano Fabro e a Hidetoshi Nagasawa fino ai più giovani Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Sergio Limonta, Filippo Manzini, che si radicalizza la scelta di sottrarre corpo all’opera scultorea, per farla interagire con l’ambiente in cui viene esposta. Lo spazio infatti diviene elemento significante al punto da modificare l’assetto e la percezione dell’opera stessa.
Un procedere “in negativo” che si verifica anche in campi diversi dalla scultura vera e propria, a partire dalle ricerche di ambito cinetico o analitico, da certi esiti dell’Arte Povera fino a quelle più recenti. Si giunge così a creare una dimensione quasi indecidibile dell’opera, in bilico fra diversi statuti: pittura, scultura, bassorilievo, installazione ma anche fotografia o elemento sonoro. Va in questo senso il lavoro di maestri come Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani e Giovanni Anselmo, ma per percorsi diversi arrivano a simili sintesi di senso anche Paolo Cotani, Nunzio, Giuseppe Maraniello fino a Luca Trevisani e Shigeru Saito, esponenti delle tendenze più recenti.
Ciascun artista giunge ad una situazione di equilibrio fra gli elementi che fisicamente compongono il lavoro: in questo modo la fragilità, che spesso diventa il minimo comune denominatore di queste ricerche, per esempio in Elisabetta Di Maggio, trova una forza capace di conferire stabilità.
Sul fronte opposto, il peso di materiali tradizionali come marmo, pietra o i metalli - adottati per esempio da Remo Salvadori - trova una effettiva leggerezza nell’equilibrio fra le spinte e controspinte su cui l’opera è costruita, a volte su nessi davvero precari, permutabili, mai definitivi.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese e include un saggio di Giorgio Verzotti.
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GALLERIA PAOLA VERRENGIA
Pop art in Italia. Ieri, oggi, domani
Galleria Paola Verrengia
COMUNICATO STAMPA
Pop Art in Italia. Ieri, oggi, domani
a cura di Antonello Tolve
19 Novembre – 20 Dicembre
Inaugurazione: Domenica 18 Novembre, ore 11.30
La Galleria Paola Verrengia inaugura domenica 18 novembre alle ore 11.30 la mostra Pop Art in Italia. Ieri, oggi, domani a cura di Antonello Tolve con opere di Valerio Adami, Franco Angeli, Romina Bassu, Mario Ceroli, Michele Chiossi, Francesco De Molfetta, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Giampaolo Frizzi, Lucio Perone, Mario Schifano, Giuseppe Restano ed Emilio Tadini. Coerentemente all’attività della Galleria che da oltre 25 anni prosegue la sua ricerca aprendosi a molteplici linguaggi contemporanei con un interesse trasversale per poetiche e generazioni diverse, la mostra vuole porre l’accento su una tematica dell’arte contemporanea in Italia che ha aperto “felici vie d’uscita dall’impasse dell’informale” (A. Tolve).
Accanto ad un nucleo storico rappresentato da alcuni tra gli artisti più significativi della Pop Art italiana – che dalla prima metà degli anni ’60 hanno raccontato una stagione dell’arte “favorita dalla libertà di rivolgere l’attenzione agli oggetti, ai miti e ai riti contemporanei, ai linguaggi della società dei consumi e al loro culto” (A. Tolve) – sono presenti in mostra sei figure dell’arte di generazione più recente per creare una ipotetica continuità tra il passato e il presente.
Se da una parte si è voluta puntare l’attenzione su due centri operativi (Roma e Milano) con le silhouettes lignee di Ceroli (1938), i fumetti di Adami (1935), i racconti onirici di Tadini (1927 - 2002), i paesaggi anemici di Schifano (1934 - 1998), le tele emulsionate di Festa (1938 - 1988), le inquadrature “segninfantili” di Fioroni (1932) e le riflessioni squisitamente ideologiche di Angeli (1935 – 1988), dall’altra gli artisti di generazione più recente – Romina Bassu, Michele Chiossi, Francesco De Molfetta, Giampaolo Frizzi, Lucio Perone e Giuseppe Restano – evidenziano una elaborazione di discorsi sulla manipolazione e sul consumo di immagini in età contemporanea. Secondo il Curatore si tratta di una sorta di “poliglottismo tecnico e materico, nonché di babele linguistica” che contraddistingue di questo secondo scenario l’ironia vivissima di Francesco De Molfetta (1979) accentuata dalla scultura Smaila, l’opera pittorica di Romina Bassu (1982) dove rivivono le immagini di stereotipi femminili degli anni Cinquanta, la scultura in marmo You and Me di Michele Chiossi (1970) (rimando immediato ai Peanuts di Charles M. Schulz) con il suo tipico tratto a zig zag, le sculture “esuberanti” di Lucio Perone (1972) legate al gigantismo delle opere dell’artista americano Claes Oldenburg, i fumetti nostalgici di Giampaolo Frizzi (1969) che raccontano la sua personale visione del mondo dei supereroi (da Hulk a Capitan America) e l’opera ad olio di Giuseppe Restano (1970) in cui l’oggetto è così sublimato da mantenere un suo allucinato verismo.
Lontana da ogni linea filologica e storica, Pop Art in Italia. Ieri, oggi, domani è un momento di riflessione su un’atmosfera capace di cogliere le varie sfaccettature del quotidiano, di mostrare tutti quei prodotti che l’industria culturale ha generato e continua a generare in quello che Dorfles ha definito essere pulsante presente.
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GALLERIA GIOVANNI BONELLI
REAZIONE A CATENA. Differenti vie della Pittura #2 a cura
Inaugurazione: giovedì 22 novembre, ore 19:00
22 novembre | 31 dicembre 2018
La galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare “REAZIONE A CATENA. Differenti vie della Pittura #2”, mostra collettiva curata da Gino Pisapia.
Secondo episodio espositivo di un più articolato progetto in progress che intende restituire una panoramica sull'attuale stato della pittura italiana. Il progetto adotta una modalità di selezione per cui gli artisti sono direttamente coinvolti nella scelta degli artisti che esporranno in una successiva edizione, secondo un modello processuale che segue la progressione geometrica: 2, 4, 8, 16, e così via. Assecondando tale modalità il percorso espositivo si è auto-costruito basandosi su criteri selettivi affidati anche ai rapporti che intercorrono tra gli artisti, i quali sono qui invitati a raccontare del proprio viaggio nei territori impervi e affascinanti della pittura attraverso una singola opera rappresentativa. Come spiega il curatore: “Ho provato a vestire i panni del fisico/chimico in laboratorio, sostituendo agli elementi gli artisti e inserendo personalmente, in ogni sequenza, alcuni nomi che ritenevo rappresentativi di un dato modo di fare pittura. Ho così ottenuto la mia reazione”.
Negli spazi milanesi della galleria Giovanni Bonelli questo secondo episodio della reazione offre - senza soluzione di continuità processuale e relazionale, rispetto al primo evento romano conclusosi lo scorso luglio - una selezione di sedici artisti, di cui soltanto quattro invitati dal curatore. Gli artisti presenti risultano dissimili per approccio, modalità, genere e - in taluni casi - generazione ma, come chiarisce il curatore: “Non si intende qui presentare la completezza del panorama pittorico italiano contemporaneo né tantomeno evidenziarne strumentalmente un'unica linea di tendenza, anzi, si vuole piuttosto definire una modalità espositiva diversa capace di offrire molteplici percorsi e altrettante chiavi di lettura possibili (…) In queste condizioni la complessa eterogeneità degli atteggiamenti mentali che gli artisti adottano entra a far parte del gioco dove le cifre stilistiche di ognuno si espandono potenti, travolgenti, e trionfano in uno spazio intellettuale di confronto che appartiene all'esercizio della pratica e non incontra confini, ma anzi, questi si neutralizzano partecipando alla comunione laica del linguaggio”.
Artisti coinvolti direttamente dal curatore: Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966), Giuseppe Gonella (Motta di Livenza, 1984), Tiziano Martini (Soltau, 1983 ) e Davide Rivalta (Bologna, 1974). Artisti coinvolti nella reazione dagli artisti della precedente “reazione”: Veronica De Giovanelli (Trento, 1989) (invitata da Andrea Fontanari); Lorenzo Di Lucido (Penne, 1983) e Andrea Grotto (Schio, 1989) (invitati da Gabriele Arruzzo); Marta Mancini (Roma, 1981) (invitata da Michele Tocca); Marco Pace (Lanciano, 1977) e Pietro Manzo (Sala Consilina, 1981) (invitati da Francesco Lauretta); Iacopo Pesenti (Milano, 1990) (invitato da Roberto Casiraghi); Luca Macauda (Modica, 1979) e Giuliano Vanni (Siena, 1946) (invitati da Eugenia Vanni); Andrea Salvino (Roma, 1969) e Vera Portatadino (Varese, 1984) (invitati da Luigi Presicce); Marco Salvetti (Pietrasanta, 1983) (invitato da Jacopo Casadei).
Galleria Giovanni Bonelli
Via L.P. Lambertenghi 6 Milano
Tel: +39 02.87246945
www.galleriagiovannibonelli.it
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GALLERIA CLIVIO
ANTONIO VIOLETTA: OPERE SCELTE
Dal 1 dicembre 2018 al 30 gennaio 2019
La Galleria Clivio è lieta di invitarvi venerdì 30 novembre 2018 alle ore 18.00 presso il proprio spazio espositivo di Milano in Foro Buonaparte, 48, alla mostra: ANTONIO VIOLETTA: OPERE SCELTE con testo critico di Flaminio Gualdoni.
Saranno presenti sculture realizzate dai primi anni '80 sino ad oggi: gessi, bronzi e terracotte che ricostruiranno il percorso artistico di Violetta.
Citando Flaminio Gualdoni: “Violetta ripensa un primitivo che non sia quello tribale celebrato dalle vulgate dell’avanguardia, bensì quello dei “nativi europei”, che tocca anche lo schema del volto/identità con tutto quanto ciò comporta sul piano del busto come doppio possibile del vivente, o della memoria del vivente, o dell’idea sola di vivente: e d’una bellezza straniata ma viva.
La questione della referenzialità è ridotta, qui, a risonanze formali meravigliate, inglobata nel passo di una crescita della forma che risponda solo a sé stessa, al proprio fluente metamorfico esistere nello spazio, coagulandosi in un esemplare momento/pausa della propria sostanza materiale.
Scrive l’artista: “Segni grafici e fratture, solchi e tagli sono le impronte che emozione e pensiero lasciano nelle opere. In alcune le impronte diventano tracce simboliche e tendono alla ricerca della bellezza attraverso forma ed equilibrio”.
Con questa mostra la galleria rende omaggio ad uno degli scultori più significativi della generazione anni '80, già presentato a Documenta Kassel nel 1982 da Germano Celant. Tra le sue mostre più importanti la personale al Kunstverein nel 1985 e la biennale di Venezia del 1986. Nel 1989 espone al Schirn Kunsthalle di Francoforte, nel 1999 allestisce una mostra personale alla Galleria d'Arte Moderna Palazzo Forti di Verona e partecipa alla XIII Quadriennale d'Arte Internazionale di Roma.
Nel 2018 viene collocata presso il Palazzo di Giustizia di Firenze l’opera “Giustizia”, vincitrice nel 2015 del concorso internazionale di arte contemporanea.
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GALLERIA P420
Alessandra Spranzi. Mani che imbrogliano
Inaugurazione 17 novembre 2018, 18:00-20:30
in mostra fino al 19 gennaio 2019
Mani che imbrogliano è la seconda mostra personale di Alessandra Spranzi alla galleria P420, dopo Maraviglia (2014) e la collettiva Lumpenfotografie (2012, con Hans-Peter Feldmann, Peter Piller, Joachim Schmide Franco Vaccari).La nuova mostra presenta lavori recenti e altri che risalgono fino al 1995, in una specie di punteggiatura del pensiero, o della visione, che è sempre nel presente, ma che si sviluppa in un ampio arco temporale.
Alessandra Spranzi lavora con l’immagine fotografica in modi e forme diverse: fotografando, rifotogrando, raccogliendo, tagliando, indicando, cancellando. Interviene quando le immagini e le cose si allontanano dal loro uso e diventano, per così dire,inconsapevoli di sé, delle proprie possibilità e della propria bellezza.
Per Mani che imbrogliano l’artista ha preparato un grande spettacolo di magia fatto di poco, molto poco. Immagini da manuali, di oggetti trovati o raccolti per strada insieme ad altri che animano da sempre le quinte della nostra casa, gesti che mostrano, che provano a spiegare qualcosa. Come Harry Houdini, che proponeva, per 50 centesimi, di insegnare “Come leggere al buio biglietti piegati”. Carte piegate al buio con dentro, forse, un’immagine.
Alessandra Spranzi, è nata a Milano nel 1962 dove vive.
Ha studiato alla Scuola Politecnica di Design e all’Accademia di Belle Arti di Brera. È docente di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Dal 1992 ha partecipato a diverse mostre, sia personali che collettive presso: P420, Bologna; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Centre National de la Photographie, Ile de France; Arcade, Londra; Fondazione del Monte, Bologna; MAMbo, Bologna; Galleria Martano, Torino; Maga, Gallarate; Galleria Nicoletta Rusconi, Milano; Festival di Fotografia Europea, Reggio Emilia; Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo; Galleria Fotografia Italiana, Milano; Man, Nuoro; Gamec, Bergamo; Museo Marino Marini, Firenze; Galleria Emi Fontana, Milano; Museo Pecci, Prato; Le Magasin, Grenoble; Careof, Cusano Milanino. Dal 1997 ha realizzato numerose pubblicazioni e libri d’artista.
L’ultimo libro, Uova, posate e altri oggetti, è stato pubblicato in occasione di Mani che imbrogliano.
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GALLERIA POLIART
PAOLO CONTI 80|l’erosione del tempo
con Vittoria Coen e Giovanni Granzotto
in collaborazione con l’Archivio Conti
Durata: 17 novembre 2018 – 12 gennaio 2019
Inaugurazione: sabato 17 novembre, ore 18.30
con una danza sulla musica di Paola Samoggia
Curatori: Vittoria Coen, Giovanni Granzotto
Catalogo: Con un florilegio critico, 30 immagini a colori, cartonato, Edizioni PoliArt Contemporary
Ufficio Stampa: Spaini & Partners
La PoliArt Contemporary di Milano presenta, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Paolo Conti, la mostra personale 80|l’erosione del tempo. Sono venti le opere scelte dal ciclo delle Erosioni, realizzate con spessi cartoni preparati, poi pazientemente scavati e dipinti. Quella della PoliArt Contemporary è la prima esposizione esclusivamente dedicata a questo ciclo (nato nel 2005), in cui l’artista indaga il concetto di entropia.
Dai primi anni Settanta la ricerca di Conti si fonda su una sovrapposizione di arte e scienza, da cui ricava un’inedita potenza gnoseologica.
Come ha scritto Vittoria Coen nel 2006 a proposito di Conti: «Evoluzione, termodinamica, studio del cosmo individuano un “universo incerto” come ambito di ricerca. L’universo è riconducibile a una perenne evoluzione. Il demiurgo produce conoscenza, perché vi si mette in relazione».
L’affacciarsi della fisica su fenomeni che non hanno corrispettivi linguistici e visivi adeguati, da tempo trova nelle creazioni e nelle metafore dell’arte un’insostituibile risorsa. In altre parole, la scienza ha bisogno di dare parole e immagini impensate alle proprie scoperte, e proprio l’arte è l’ambito in cui formarle, produrle, a patto che sia un’arte in grado di raggiungere quelle acquisizioni. In una sorta di sogno dello scienziato, la sperimentazione diviene così creazione, in cui le logiche e i paradigmi scientifici interiorizzati, continuano a funzionare pur deflagrando in un’umana trasfigurazione.
D’altro canto, la ricerca artistica contemporanea può così sperimentare una via di emancipazione da alcune reiterate forme di autoreferenzialità performativa, ora tematizzandosi come sistema conoscitivo, con ritorni di fruizione visibili secondo diversi gradi di approfondimento.
Nelle Erosioni di Conti le forme originalissime e “scientificamente perfette” (come da sempre chiosa l’artista), il cui carattere è una nettezza metallica di derivazione tecnologica e industriale, si confondono secondo molteplici piani di profondità reali e virtuali, la cui unica regola combinatoria pare essere un impercettibile processo di consunzione. L’erosione è la quantità di energia che diviene visibile nel perdersi o nel non realizzarsi della forma, è l’indefinita parte oscura che segna l’alterità e la condizione della potenza.
Guardando un’opera come Quel che resta della concretezza, il piano limite è infranto e, infrangendosi, infrange, in una quasi continuità frattale, l’inarrestabile moltiplicarsi dei piani soggiacenti: in una sorta di big bang, il primo piano e la profondità infinita si confondono. Qui allora le forme s’infinitano come grappoli di stelle e, come stelle, si consumano. LC
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OSART GALLERY
GINA PANE DALLE COLLEZIONI ITALIANE
Opere dal 1968 al 1988
Dal 30 Novembre 2018 al 23 Febbraio 2019 |
Osart Gallery, Milano
Opening: Giovedì, 29 Novembre 2018 alle ore 18,30
Gina Pane (Biarritz, 1939 – Parigi, 1990), riconosciuta come una delle maggiori esponenti dellaBody Art,è la protagonista della mostra in programma presso Osart Gallery dal29 novembre 2018al 23 Febbraio 2019. La retrospettiva, a cura di Valerio Dehò,si propone di raccontare la poetica dell'artista italo-francese attraverso una selezione di opere, prodotte tra il 1968 e il 1988, provenienti da importanti collezioni italiane. L'esposizione si compone di “constatazioni”,ovvero sequenze fotografiche che documentano alcune tra le Azioni più celebri di Gina Pane, e di“Partizioni”, ovvero installazionia parete che spesso recano anche parzialmente tracce di opere precedenti delle stesse Azioni.Queste furono presentate a Milano per la prima volta al PAC nel 1985 con la mostra “Partizioni Opere multimedia” a cura di Lea Vergine.
La mostra segue un percorso cronologico e si apre con Pierres déplacées [Pietre spostate] (1968):unasequenza fotografica a colori realizzata nella Valle dell'Orco in provincia di Torino, luogo caro all'artista, nella quale raccoglie pietre di piccola taglia dalle caratteristiche ben precise (“esposte a nord, ricoperte di muschio, incastrate dentro una terra umida”) per spostarle in un luogo orientato verso sud. Quest'opera testimonia una delle prime azioni dove l'artista supera la fase d'esordio delle sculture minimaliste (chiamate “Structures affirmées”)e si interroga sul rapporto uomo-natura. La stessa celebre serie di fotografie “Alpi marittime” di Giuseppe Penone è degli stessi anni e sempre in Piemonte.
Si passa dunque alla celebre Azione Sentimentale,tenutasi alla Galleria Diagramma di Milano nel 1973. L'azione originale, divisa in quattro fasi, è dedicata alle donne alle quali fu chiesto di disporsi in cerchi tracciati a terra con il gessetto all'interno dei quali figurava la parola DONNA. L'artista è vestita di bianco e porta un bouquet di rose rosse dalle quali stacca tutte le spine conficcandole poi nel suo stesso braccio. Le toglie lasciando colare un rivolo di sangue. Le rose rosse del bouquet diventano bianche. Il vestito bianco si tinge di rosso.
Sempre dei primi anni Settanta troviamo Action mélancolique2x2x2, 1974 eAction Psyché (Essai), 1974-1975.
InAction mélancolique 2x2x2 [Azione Malinconica 2x2x2]la malinconia viene esplorata evocando la relazione di coppia in tutte le combinazioni possibili. La ferita che compare nell'opera è stata praticata dall'artista all'altezza dell'orecchio e allude al famosogesto disperato di Vincent Van Gogh. Qui, l'altro fa la sua comparsa e a fianco dell “io”rappresentato da Gina Pane compare il “tu”rappresentato dalla schiena nuda di una ragazza. Il cuore disegnato, quindi, inscrive la relazione amorosa in uno spazio non più codificato dal genere ma dalla forza assoluta del sentimento. “L'Azione”, dice l'artista, “permette agli altri di prendere coscienza del conflitto e di passare da una situazione isolata ad una situazione unificatrice”.
L'Action Psyché (Essai) [Azione Psiche (Prova)]qui esposta condensa attraverso tre scatti fotografici le fasi più strazianti dell'azione. Sul viso di Gina Pane, che ha gli occhi chiusi, colano lacrime di sangue dalle palpebre che ha tagliato in precedenza con una lama di rasoio. “Quattro linee partono dal centro del corpo: l'ombelico 'IO' è il centro che si propaga nelle quattro direzioni riportando all'unità I punti estremi in una sintesi di amore”. La bellezza ideologica e plastica dell'Action Psyché descrive al meglio la filosofia pittorica del linguaggio di Gina Pane che in questo modo spinge oltre il linguaggio privilegiato della Body Art.
E se la psiche è il fulcro dell'organismo,nell'operaIo mescolo tutto: Cocaina, Frà Angelico,Gina Pane utilizza il corpo come strumento naturale di essa. L'azione eseguita il 30 ottobre 1976 è la prima in un museo, la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna. Mentre due giovani si rilanciano una pallina su un tavolo appoggiato al muro, l'artista servendosi di una scheggia di un vetro andato in frantumi si incide sull'avambraccio il disegno di alcuni pezzi di un gioco trovati per terra. La rottura del vetro, materiale importante per l'artista, in diverse opere rappresenta la modalità di uscire da una cornice "per andare in strada, nel mondo, non a livello dei manichini ma a livello della carne”.
Dal 1981 Gina Pane termina il ciclo delle Azionied inizia quello delle Partizioni.L'artista abbandona per limiti fisici l'uso del proprio corpo come linguaggio e ritorna alla scultura con l'esperienza performativa alle spalle. Ne L'Homme à la branche verte qui n'avait pas lu les Fleurs du mal – Partition pour une blessure[L'uomo con il ramo verde che non aveva letto i Fiori del Male – Partizione per una ferita], 1982. Gina Pane torna sull'idea di ferita con una foto che ricorda l'Action Sentimentale e che occupa un posto centrale dell'installazione.Per l'artista la ferita simboleggia la vita piuttosto che la morte; il sangue rappresenta un’offerta di amore verso il prossimo oltre ad essere una fonte di energia che libera l'uomo dai propri limiti. Chi la disprezza è ritenuto ridicolo, esattamente come l'uomo raffigurato con il rametto verde che non aveva letto Baudelaire. Il ciclo si chiude con Le Son de F. L'homme indien en prière (version 3)[Il suono di F. L'uomo indiano in preghiera (versione 3)],1986-88.Quest'opera della seconda metà degli anni Ottanta si compone di più pannelli assemblati. I materiali di cui si compone l'opera sono principalmente rame e ferro, materiali su cui l'artista interviene. “come se lavorassi con il mio corpo di carne ed ossa, nervi, muscoli, sangue”, sottolinea Gina Pane, infatti “il rame è un materiale vivo non appena lo toccate appaiono delle tracce”. La geometria di tali pannelli ricorda i polittici posti dietro o sopra gli altari delle chiese medioevali, mentre la disposizione a “T” evoca nuovamente la forma della croce. Nel titolo si fa riferimento a San Francesco una delle figure centrali delle Partitions di Gina Pane alla cui vita l'artista dedica diverse opere, affascinata dalla povertà del santo di Assisi e dalla sua visione della fede come dura disciplina.
Note biografiche (1939-1990)
Gina Pane nasce a Biarritz, Francia, il 24 maggio del 1939 da padre italiano e madre austriaca. Trascorre la sua infanzia a Torino e si trasferisce a Parigi nel 1961 per frequentare la Scuola Nazionale di Belle Arti. Inizialmente realizza dipinti di natura astratta geometrica che trasferisce poi nello spazio attraverso la scultura: il risultato sono opere monumentali che interagiscono con gli spettatori, idea importante per la sua futura ricerca artistica. Nel 1970 Gina Pane realizza le prime Azioni che diverranno il suo marchio di fabbrica rendendola la maggiore figura nella storia internazionale della Body Art. Nel 1985 abbandona le Azioni per dedicarsi alle Partizioni, installazioni che permettono di trasferire sulla materia le evocazioni di un corpo ormai assente, come quello dei santi e dei martiri a cui l'artista dedica molte delle sue opere. Gina Pane si spegne il 6 marzo del 1990 a causa di una lunga malattia.
GINA PANE DALLE COLLEZIONI ITALIANE.
Opere dal 1968 al 1988
Luogo: Osart Gallery | Corso Plebisciti 12, 20129 Milano
Date: 29 Novembre, 2018 – 23 Febbraio, 2019
Orari di apertura: dal martedì al sabato,
10 – 13 / 14.30 – 19 (entrata libera)
Catalogo: saggio critico a cura di Valerio Dehò
Contatti:T 02 5513826 Mail