26/01/2020 - 28/03/2020

sculpting the void une proposition de Yona Friedman avec Le Fonds de Dotation Denise et Yona Friedman

Credit for the photo: Untitled


Courtesy: Yona Friedman, Fonds de Dotation Denise et Yona Friedman, Jean-Baptiste Decavèle


 


Ho spesso cercato di definire l’architettura come la scultura del vuoto. Infatti, la materia che l’architettura crea è


uno spazio vuoto penetrabile. Lo si può apprezzare dall’interno.


Ma il vuoto in sé non è visibile. Qualcosa lo deve contenere. Lo spazio architettonico è generalmente contenuto


all’interno di un contenitore. Il lavoro degli architetti è molto spesso concepire quel contenitore.


Si può scolpire lo spazio anche creando spazio in negativo, per esempio lo spazio attorno agli oggetti, che


indica lo spazio come “stampo” di quegli oggetti. Quel lavoro ricade anche nella sfera dell’architettura.


Pertanto la tecnica degli architetti produce la scatola come strumento, ma l’architettura intesa come un’arte è


anche strumento, lo spazio all’interno e attorno al contenitore. Il contenitore stesso è semplicemente una


tipologia speciale di scultura comune, talvolta potenziata attraverso la pittura, come nel caso degli affreschi.


Una mostra di qualsiasi genere si riferisce ad entrambe le tecniche dell’architetto, in aggiunta al tema della


mostra: lo spazio. Possiamo chiamarla installazione, in gergo comune.


 


Yona Friedman

GALLERIA MASSIMO MININI