09/07/2021 - 30/09/2021

paesaggi

Landscape, semplicemente “paesaggi” per l’appunto, è il titolo della più completa raccolta di scritti di John Berger: un lavoro preciso, a cura di Tom Overton, all’interno del quale non si incontrano quadri e foto paesaggistiche, bensì mappe di storia, di vita, di personaggi autentici e rivoluzionari. Il lavoro ci immerge in una prima parte dove, attraverso paesaggi teorici, Berger incontra gli scrittori e gli artisti che più hanno accompagnato il suo pensiero – da Walter Benjamin a Gabriel Garcia Marquez, da Rosa Luxemburg a James Joyce – e poi in una seconda parte fatta di paesaggi fisici, di esplorazione, a volte reale, sempre letteraria – la Palestina resistente, abitata da bambini e cavalli selvaggi, la Parigi dei cubisti, la Venezia della Biennale e altro ancora. I paesaggi di Berger non sono case, montagne, ruscelli, interni, sono spaccati di vita vissuta, sono pietre miliari di arte e letteratura, sono periodi storici che si incontrano, rincorrono, susseguono.


Sono passaggi e paesaggi di tempo, così come la storia dell’arte ci ha sussurrato a gran voce nel tempo: basti pensare agli sfondi misteriosi  e appena abbozzati del medioevo, alla magia dei particolari fiamminghi, alla ricerca leonardiana dell’atmosfera fiorentina che incontra posti nascosti, forse inconsci, nelle bettole e nei popolani imbevuti di luce caravaggesca, nel realismo francese di Courbet e poi nell’estemporaneità meticolosa en plein air impressionista, nei tubetti premuti sulla tela da Matisse o Van Gogh; il paesaggio ha sempre celato qualcos’altro, ha sempre  accompagnato una narrazione non solo fisica, ma anche e soprattutto emotiva, etica, divulgativa.


Allo stesso modo, con la stessa comprensibile e verosimile intensità, il racconto collettivo presentato in “Paesaggi” unisce la narrazione artistica di Pino Deodato, Stefano Di Stasio, Paolo Laudisa, Nicola Maria Martino, Antonio Mastronunzio, Klaus Karl Mehrkens, Gian Marco Montesano, Micheal Rotondi, Mario Salina, Mario Schifano, Nicola Torcoli. Ci troviamo di fronte, ovviamente, ad artisti con storie e percorsi di vita diversi, ma che ben dialogano tra di loro perché sono uniti dallo stesso comune denominatore: esprimere se stessi attraverso un paesaggio, un particolare della propria esistenza da condividere. Sono opere di forte intensità emotiva, che riescono a farci rivivere gli stati d’animo di ciascun artista - i cambiamenti personali e sociali, lo stupore di un particolare momento - attraverso un cielo abbozzato o un albero stilizzato, poiché sono lavori che non si soffermano sulle forme ma sui significati, sui contenuti. 


Sono esplosioni di colorata bellezza, a tratti onirica e immaginifica, che ci ricordano quanto i paesaggi ci appartengono, anche quando li ignoriamo. Riempiono le nostre esistenze, accompagnano le nostre giornate e le fantasie più recondite: sono con noi e dentro di noi. Delle volte sono come delle fotografie riflettenti stati d’animo più o meno nitidi, altre volte lo specchio della bruttezza che siamo riusciti a coltivare, altre ancora una narrazione continua dei costanti cambiamenti che si sono evoluti nel tempo.  


                                                                                                           


                                                                                                                      Rita Alessandra Fusco

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