15/11/2019 - 14/12/2019

The way of Georges Mathieu

a cura di Susanne Capolongo


La galleria Dellupi Arte termina il percorso artistico dell’anno espositivo dedicando un solo show al padre dell’astrazione lirica: Georges Mathieu. La mostra, allestita all’interno del complesso progettato da Daniel Libeskind, struttura simbolo del nuovo centro per l’arte contemporanea milanese, Citylife, intende presentare un’attenta selezione di capolavori, che rappresentino l’evoluzione e il percorso creativo dell’artista.


Questa è la seconda mostra che la galleria dedica a Mathieu, un omaggio al precursore dell’Astrazione lirica, colui che a soli ventisei anni si guadagnò un posto nuovo e peculiare nella scena artistica del dopoguerra. A partire da una riflessione sull’estetica decise di “entrare nel campo del non figurativo: non attraverso la forma ma per via intellettuale”, introducendo così in modo eclatante e consapevole la rivoluzionaria idea che la pittura possa essere espressione emozionale. La mostra si propone  come una piccola ma esaustiva antologica composta da una serie di opere, partendo dall’olio su tela “Upside Down” del 1952, si snoda opera dopo opera per mostrare la grandiosa evoluzione dell’ artista fino alla seconda metà degli anni ottanta. Attraverso le opere esposte si vuole ripercorrere la grandezza dell’uomo creatore di un nuovo linguaggio, in cui il segno diviene il sovrano e lo strumento, tramite il quale egli si propone di comprendere il mondo e contemporaneamente mostrarsi allo stesso.


All’innovazione teorica introdotta da Mathieu si affianca al contempo una profonda novità tecnica, data dall’approccio libero sulla tela compiuto tramite schizzi di colore spremuti direttamente dal tubetto, rifiutando pertanto di seguire il classico iter pittorico ed i suoi strumenti, come risulta evidente da alcune opere esposte, ad esempio le due tele verticali del 1960, entrambe di dimensioni 180x60 cm, “Défaite de Godefroy et de Sigefroy” e “Arnoul passe la rhein avec toute les forces de germanie”. È lo stesso artista, infatti, ad affermare di aver bandito ogni tipo di rappresentazione dalla sua pittura, esprimendosi così unicamente tramite lo stile.


Il segno, ed il rispettivo gesto che lo crea, come ogni vero e proprio linguaggio, non sono entità fisse e statiche, ma variano nel tempo e nello spazio , assumendo nuovi significati, riscontrando mutamenti ed evoluzioni, come si evince dalle sottili, ma allo stesso tempo profonde, differenze stilistiche e, di conseguenza, anche contenutistiche riscontrabili tra “Hexagramme” risalente al 1967 e “L’ardeur Violente”, composta esattamente venti anni dopo.


Georges Mathieu può essere considerato un artista visionario: riuscì prima di molti altri a comprendere la direzione verso cui la pittura di quegli anni si stava orientando, fu anche un abile comunicatore, in grado di promuovere il suo pensiero tramite conferenze e scritti, con lo scopo di opporsi all’“astrazione primaria geometrizzante” da egli vista come il più grande impedimento posto all’arte per raggiungere la libertà.

DELLUPI ARTE
The way of Georges Mathieu